Coda di gatto: come si coltiva e quando fiorisce

Una pianta erbacea annuale che arriva dall’America del Sud. Ha bisogno di luce e caldo

CODA DI GATTO

La coda di gatto, o Acalifa, è una pianta erbacea annuale, originaria dell’America del Sud. Ha portamento eretto e fusti molto ramificati, che raggiungono il metro di altezza. Le grandi foglie sono di colore verde scuro, opaco e in alcune varietà hanno colore rossastro o porpora. Produce particolari infiorescenze allungate, fino a circa 15 centimetri, pendule, piumose, di colore rosso, arancio o giallo, contenenti  numerosissimi piccoli semi scuri.

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COME SI COLTIVA

Per la coltivazione della coda di gatto scegliete sempre un luogo luminoso. Si coltivano molto bene anche nei vasi, e diventano piante di appartamento appendendo i vasi all’interno della casa. I fiori appassiti devono essere potati. 

ESPOSIZIONE E CLIMA

Predilige clima temperato caldo. Teme il freddo (la temperatura non deve scendere sotto i 15 gradi) e ama le esposizioni al sole, possibilmente riparate dai venti. 

TERRENO E CURE COLTURALI

 Predilige terreno sciolto, molto ben drenato, asciutto e sabbioso. Porre a dimora dopo aver lavorato bene il terreno, a cui bisogna aggiungere del terriccio bilanciato, sabbia e materiale drenante. Nei mesi primaverili concimare ogni 15-20 giorni. 

ANNAFFIATURE

La coda di gatto può sopportare brevi periodi di siccità, è bene però annaffiarla abbastanza regolarmente, lasciando asciugare bene il terreno tra un’annaffiatura e l’altra. 

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SEMINA E FIORITURA

La propagazione avviene per seme: seminare in febbraio-marzo in semenzaio, da tenere in luogo protetto; in aprile-maggio è possibile seminare la coda di gatto direttamente a dimora, in piena terra o in contenitore. La fioritura avviene in estate e prosegue fino all’autunno. 

PROBLEMI E RIMEDI

La coda di gatto teme l’oidio o mal bianco, e può essere attaccata dagli afidi. Per proteggere la pianta è opportuno eliminare i fiori secchi e in inverno ricoprila con una pacciamatura di foglie secche oppure di paglia. 

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