Qualche giorno fa abbiamo pubblicato la notizia della raccolta del Banco alimentare, dopo che in una sola giornata – sabato 24 novembre – erano state raccolte 9.622 tonnellate di cibo che altrimenti sarebbe finito nella spazzatura, con il coinvolgimento di più di 9mila supermercati italiani e con il lavoro dei volontari che hanno poi lavorato alla distribuzione dei prodotti alimentari alle 8.600 strutture caritative convenzionate. Un risultato importante, che avevamo voluto evidenziare anche per invitare tutti i nostri lettori a donare cibo attraverso la rete del Banco alimentare anche durante il resto dell’anno e non soltanto nella giornata dedicata esplicitamente alla raccolta.
Dopo la pubblicazione di quell’articolo abbiamo ricevuto diverse lettere, tra le quali quella di un lettore di nome Marco. Qui di seguito ne pubblichiamo un ampio stralcio, e facciamo la stessa cosa con la risposta che ne è seguita, da parte del presidente del Banco alimentare, Andrea Giussani.
La lettera di Marco.
La risposta di Andrea Giussani.
“Caro Marco, mi spiace dover rispondere “solo con parole” ad un fiume in piena come il tuo Christmas Carol, perchè preferirei che fossero i fatti a Parlare. Certo, serve almeno un prerequisito, per ottenere una ragionevole risposta – e poi magari mantenere le proprie posizioni, ma almeno informate! – : saper ascoltare e guardare la realtà, non parlarne da una disinformata distanza, così rassicurante perchè permette di non mettersi in gioco personalmente ma sparare giudizi inverificabili, nati da una generica posizione ideologica e aprioristica”.
“Gli Sponsor della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare (alla sua 16esima edizione) sono grandi aziende note. Hanno le loro strategie e posizioni sul mercato che certamente non siamo noi a decidere. Una volta all’anno decidono di sostenere, nell’ambito di loro piani di CSR, la nostra Colletta. Lo fanno per lavarsi la coscienza? Non lo so e non mi interessa: so però che alcuni si impegnano in questo, altri no”.
“Quanto all’Esercito e agli Alpini, sono sponsor anch’essi con il contributo preziosissimo di loro persone volontarie e di mezzi di trasporto e logistici, preziosissimi per il risultato. Anche qui, l’operazione mi pare ben più apprezzabile e “utile” che non una populistica vendita di un carro armato, operazione di grande effetto per allocchi ma del tutto ininfluente sul ruolo dell’Esercito nel nostro sistema e sulle condizioni della quotidiana povertá alimentare”.
“Per parlare delle migliaia di giovani e meno giovani che noi “maledetti mandiamo avanti”: trattasi di oltre 130.000 che una volta all’anno si aggiungono ai circa 1.500 volontari quotidiani o almeno permanenti che danno tempo intelligenza e simpatia ad un’opera di cui condividono lo scopo ma che soprattutto è occasione per loro e per tutta questa rete di interrogare se stessi sul rapporto con le persone, con la vita e con le motivazioni della propria Esistenza. Non prendono nessun rimborso e anche per questo sono più liberi di starci e di sperimentare il “dono” come vera espressione della propria umanità“.
“Scriverti della “non univoca e chiara destinazione finale” degli alimenti fa sorridere. É informazione facilmente reperibile e testimoniabile, basta voler ascoltare! La Rete Banco Alimentare distribuisce circa 70.000 tonnellate di alimenti l’anno (in gran parte destinate altrimenti allo spreco) a circa 8.700 Strutture Caritative convenzionate, quindi “certe” (magari anche alla tua Caritas Parrocchiale!). Il giorno della Colletta si sono raccolte 9.622 che avranno la medesima destinazione. Le SC a loro volta distribuiscono gli alimenti a circa 1 milione e 700mila poveri, in mense, centri di solidarietà, comunità ecc… Tutta la filiera logistica, anche per ovvii motivi fiscali e di igiene alimentare, è tracciata dall’inizio alla fine“.
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