I no che non sappiamo più dire

Troppi sì per indifferenza, comodità, opportunismo. Eppure il, quando è motivato, esprime autorevolezza e capacità di rinuncia

importanza di dire no

Quanto è potente il no. E quanti sprechi sono legati al sì, detto con troppa facilità, quasi con un’abitudine compulsiva. Come se tutto nella vita diventasse più facile grazie alla nostra arrendevelozza. Mentre è vero il contrario: è il no pronunciato nei modi e nei momenti giusti, che contiene un potere vero, tale da consentirci di migliorare la nostra qualità della vita. Vi propongo un piccolo test. Ricostruite nella vostra memoria le ultime volte che avete detto sì, senza troppa convinzione: scoprirete che non sono poche. Siamo ormai abituati, per indifferenza, per abitudine, per comodità, per scarsa autostima, a pronunciare questa parola, sì, con eccessiva frequenza e perfino in modo automatico.

Imparare a dire no

In famiglia i figli fanno capricci e ci chiedono cose esagerate? Sì, tanto passerà. Sul lavoro il capo blatera invocando più efficienza, più risultati, più impegno, e magari risposte alle mail h24? Sì, meglio non mettersi contro il capo. Gli amici confondono la nostra disponibilità con la remissività, ci trattano come un cestino e ci invadono con le loro lamentale, i loro guai, le loro spesso inesistenti piccole e grandi seccature? Sì, pieghiamoci ad ascoltare e ad assorbire, in fondo è un dovere dell’amicizia (chi lo ha detto, poi non si sa…). Potrei andare avanti con quella che è stata definita “la cultura tossica del sì”. Un misto di debolezza e di indolenza. Uno spreco enorme all’interno della nostra vita quotidiana. E questo per il fatto che il no, quando è motivato e non è soltanto un attimo di rifiuto, fa crescere la nostra autorevolezza e il rispetto che meritiamo. Un no educato, certo, gentile, ma fermo: il segno della nostra forza e della nostra capacità di rinunciare.

Sapere dire no

Il potere del no è anche quello di dare una gerarchia e un senso alle cose che facciamo. E quindi non sprecare tempo, energie, sentimenti, sbattendosi sempre e comunque, alla rincorsa di un sì ecumenico quanto vuoto. Infine, dire no, come recitano il titolo di un libro americano (Il potere del no di James Altucher e Claudia Azula Altucher, edizioni My Life) e una serie di lezioni ad Harvard, è un piccolo gesto, ma con una potenza enorme. La potenza che ci avvicina al benessere ed a una migliore qualità della vita.

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