Come coltivare la kerria

Un’unica specie, proveniente da Cina e Giappone. Con semplici e bellissimi fiori giallo-dorati. In alcuni casi la fioritura si replica in autunno

Come coltivare la kerria

La kerria è rappresentata da un’unica specie: la Kerria japonica con fiori giallo-dorati, semplici. È un arbusto originario della Cina e del Giappone (per questo è conosciuto anche come Rosa del Giappone), che prende il nome dal giardiniere che per primo lo introdusse in Europa nel XVIII secolo: lo scozzese William Kerr. Molto usata per le siepi, e per decorare i terrazzi, si abbina bene alla spirea.

Esposizione e clima

Tollera anche le basse temperature. Ama le esposizioni in piena luce o a mezz’ombra, ma il sole troppo forte può causare danni ai fiorì. L’arbusto compatto, pollonante, deciduo, e arriva a misurare fino a 2,5 metri di altezza e fino a 1,5 metri di larghezza. E’ caratterizzato da fusti poco ramificati, sottili e arcuati, a crescita rapida e vigorosa e con un’abbondante produzione di polloni. I rami pendenti sono rivestiti da una lucente corteccia verdolina. Le foglie alterne, ovato-lanceolate e rugose, doppiamente dentate.

Terreno e cure colturali

Vegeta bene in ogni tipo di terreno, a eccezione dì quelli calcarei o umidi; va concimata due volte l’anno, a marzo e a giugno. Sempre in giugno si potano gli steli più vecchi. La kerria può essere coltivata anche in vaso, ma in questo caso il contenitore deve avere un diametro di almeno 50 centimetri.

Annaffiature

Necessita di annaffiature regolari, abbondanti durante i periodi particolarmente secchi.

Semina e fioritura

L’impianto si effettua dall’inizio dell’autunno alla fine dell’inverno. La moltiplicazione avviene per talea, da eseguire in primavera-estate. La fioritura va da aprile a maggio, ma talvolta si replica in autunno.

Problemi e rimedi

La kerria può subire attacchi dì varie specie di funghi, che ne determinano il disseccamento dei rami: in questo caso si procede con gli anticrittogamici. Un altro problema sono alcune specie di bruchi che possono danneggiare l’apparato radicale: da combattere con prodotti specifici.

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Foto apertura di JOSE MANUEL ALABARCE PAEZ da Pixabay

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