Se fate una ricerca su Google per l’acquisto di un depuratore dell’acqua del rubinetto, scoprite in modo evidente gli interessi che girano attorno a questo mercato. Con proposte spesso inutili che si traducono solo in un spreco di soldi. E non poco. C’è chi, per esempio, propone un abbonamento mensile di 10 euro (pari a 120 euro all’anno) per avere in depuratore in casa. Poi c’è un diluvio di proposte, con prezzi che oscillano da 2 mila ai 3.500 euro (per il top di gamma) per prodotti certificati dal Ministero della Salute. Ma questi depuratori servono? Hanno una utilità irrinunciabile, o esistono alternative molto più semplici? Proviamo a rispondere partendo da tutte le motivazioni che spingono all’acquisto del depuratore per l’acqua del rubinetto.
La sicurezza
Gli italiani sono un popolo diffidente, specie con “l’acqua del sindaco”. Eppure è la più sicura e controllata che esiste. L’ultimo Rapporto del Centro nazionale per la sicurezza delle acque (Censia) dell’Istituto Superiore di Sanità, risale al luglio del 2024e dice che su 2,5 milioni di campioni raccolti nel triennio 2020-2022, in 18 regioni italiane, il 99,1 per cento sono risultati conformi a tutti i parametri previsti dalla legge. Nessuna marca di acqua minerale può vantare gli stessi risultati, e anzi abbiamo visto che spesso proprio nelle acqua imbottigliate nella plastica non mancano sostanze tossiche. Nonostante questi elementi e le prove scientifiche, l’Istat segnala che ancora oggi un italiano su tre non si fida dell’acqua che arriva a casa e preferisce sprecare soldi con le bottiglie di minerale.
Il cloro
La presenza del cloro, anche abbondante, nell’acqua del rubinetto può essere fastidiosa, sia per il sapore sia per l’odore. Si tratta di una precauzione indispensabile, per acqua che viaggia nelle tubature, ma il problema si risolve facilmente con un piccolo accorgimento. Basta conservare l’acqua in una caraffa, in frigo, per una sola giornata, come per una qualsiasi bottiglia di minerale, e il cloro evapora con l’eliminazione del suo odore e del suo sapore.
Il calcio e i sali minerali
Non poche persone sono convinte che l’acqua del rubinetto possa far venire i calcoli renali per l’eccessiva presenza di calcio. E’ una fake news: diversi studi epidemiologici hanno scolpito una capacità preventiva, proprio rispetto ai calcoli renali, delle acque a maggior contenuto di calcio. Inoltre, il depuratore (in questo caso è un addolcitore) che riduce la durezza dell’acqua eliminando il calcio, funziona con una trasformazione chimica dell’acqua, attraverso la quale gli ioni di calcio vengono sostituiti con sodio e potassio. Ne vale la pena? E in ogni caso, l’acqua dura non ha alcun effetto negativo sulla salute delle persone.
Altre sostanze e controlli
Mentre le acque minerali sono soggette soltanto a controlli periodici, nel caso delle acque del rubinetto, le verifiche sono quotidiane. Le analisi vengono decise dalle Arpa regionali, che poi trasmettono l’elenco alle varie società concessionarie. E basta andare sul sito del gestore locale per avere tutti i dati relativi alla composizione dell’acqua che arriva nelle nostre case.
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