A Fabriano un laboratorio fra sette società e l’Università Politecnica delle Marche
Nasce la casa che controlla le emissioni dannose e taglia i consumi
Vivere meglio, con maggiori comodità e risparmiare energia
Il primo mattone della casa del futuro con tecnologie tutte italiane è stato posato a Fabriano. Qui è nato «Home Lab», un laboratorio comune fra sette società più l’Università Politecnica delle Marche con l’obiettivo di dare corpo a una parola, la domotica, fin qui più materia di discussione che pratica costruttiva. L’abitazione è il luogo nel quale si stanno concentrando gli sviluppi di numerose tecnologie sotto la spinta di almeno tre diversi motivi.
COMODITÀ – Il primo è vivere meglio e con maggiori comodità, il secondo è legato al risparmio dell’energia e al controllo delle emissioni e il terzo riguarda l’invecchiamento sempre più consistente della popolazione che nella casa deve trovare sistemi più rispondenti alle particolari necessità. Le sette società (Ariston, Elica, Indesit, Loccioni, MR&D, Spes, Teuco) assieme all’Università hanno formato un distretto tecnologico che riunisce i rispettivi centri di ricerca al fine di elaborare progetti che integrino le loro specifiche competenze. Fino adesso ci si è rivolti alla realizzazione di apparecchi individuali molto perfezionati ma isolati nelle funzioni. Lo scopo è ora quello di mettere insieme le nuove tecnologie al fine di gestirle nel loro complesso; unica via per raggiungere il controllo dei consumi e della generazione di CO2, riducendoli.
EMISSIONI ZERO – Un modello di riferimento è la prima casa a emissioni zero (Leaf House) energeticamente autosufficiente fabbricata dal Gruppo Loccioni ad Angeli di Rosora in provincia di Ancona e che da oltre un paio d’anni funziona come un vero laboratorio ospitando sei appartamenti. Uno dei particolari della Leaf House così battezzata perché «vive come una foglia» e dove i sistemi di climatizzazione sono autonomi e correlati all’ambiente esterno gestendo anche la qualità stessa dell’aria, è quello di recuperare l’energia prodotta in eccesso attraverso i vari sistemi (fotovoltaici, ecc.) e fornita all’Enel. Nell’arco di un anno il bilancio è confortante: le emissioni eliminate sono pari a 34.080 chilogrammi dei quali 20.860 risparmiati grazie all’efficienza energetica e 13.220 chilogrammi frutto del tetto fotovoltaico. I risultati ottenuti in questa prima fase sono oggetto di studio da parte dell’International Energy Agency per stabilire a livello internazionale i parametri necessari per definire un edificio non emittente CO2. «Home Lab è aperto ad altri partner nazionali e si presenta come una grande occasione per le imprese che realizzano prodotti o servizi per la casa», precisa Andrea Merloni presidente di Home Lab. «Le singole competenze se messe a sistema si moltiplicano in maniera esponenziale. Non abbiamo alcun gap tecnologico per competere con la concorrenza internazionale». Oltre al risparmio energetico le ricerche avviate riguardano il controllo remoto degli apparecchi, le reti che devono unirli, la sensoristica che rileva il loro funzionamento e i sistemi di controllo dell’insieme.