Sarà il simbolo della libertà. Quella sancita dalla Costituzione americana, ovviamente. Ma anche dalla schiavitù dell’energia: la “Freedom Tower”, la torre della libertà, che sorgerà dove una volta svettavano le Torri gemelle, sarà il grattacielo più sostenibile del mondo. Per di più, sarà quasi completamente autosufficiente dal punto di vista energetico.
Oggi fa appena capolino oltre lo skyline di New York: ma una volta completato, raggiungerà quota 541 metri (1776 piedi, l’anno dell’Indipendenza americana), strappando il primato di edificio più alto degli States alla Willis Tower di Chicago.
L’architetto David Childs ha progettato 71 piani di uffici per un totale di tre milioni di metri quadrati di spazi di classe A, l’eccellenza, nelle categorie dell’efficienza energetica. Grazie al sole, al vento, e all’acqua piovana, il 70 per cento dell’energia necessaria all’edificio sarà autoprodotta. Il calore di scarto prodotto dagli impianti sarà riciclato per riscaldare l’acqua sanitaria, la base e gli ingressi dell’edificio. Nelle stagioni estive, un refrigeratore ad assorbimento sarà in grado di utilizzare il calore di scarto per il raffreddamento dell’aria. Le raffiche di vento che battono sulle facciate verranno convertite in energia, e a fare il resto un programma di riduzione automatica dell’intensità delle luci artificiali nelle giornate più soleggiate.
Infine l’acqua piovana, risorsa ricca nell’umida grande mela: verrà raccolta e utilizzata per i sistemi di raffreddamento, e come scorta antincendio. Ma a dare alla Freedom Tower un posto nell’Empireo degli edifici del futuro, ci sono i materiali utilizzati per la costruzione: riciclati al 75 per cento. E il legno, certificato Fsc, a garanzia che la materia prima usata proviene da foreste dove sono rispettati dei rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
Inevitabilmente, il progetto mette al primo posto la sicurezza dell’edificio: dagli ascensori alle scale fino a un sistema di comunicazione interno pensato per i casi di emergenza. Sopra le fondamenta ci saranno venti piani vuoti, allo scopo di aumentare la stabilità, i percorsi per il trasporto dei disabili o per la gestione di situazioni di emergenza. Ad affiancare l’edificio, il museo dedicato alla memoria dell’11 settembre, il National September 11 Memorial & Museum. Per non dimenticare, ma anche per rinascere.
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