A chi vanno i dieci euro pagati per una maglietta?

Nelle tasche del lavoratore che la produce entrano soltanto 0,06 centesimi. La quota più alta, 5,90 eruo, va ai venditori. Le emissioni di una maglietta

maglietta scaled

Le nostre t-shirt, con tanto di etichetta con brand della moda, arrivano in buona parte dal Bangladesh. Dove gli operai lavorano 18 ore al giorno per 29-30 giorni al mese. Dopo una serie di passaggi, le magliette finiscono nei vari punti vendita. Chi ha guadagnato? E quanto?

A CHI VANNO I DIECI EURO DI UNA MAGLIETTA

Clean Clothes Company, una rete globale che raggruppa 235 organizzazioni sindacali in 45 paesi del mondo, ha scavato a fondo, voce per voce, nella distribuzione dei ricavi di una maglietta acquistata nei negozi per 10 euro, e ha diviso così la torta.

  • 0,06 centesimo al lavoratore
  • 0,09 centesimi altri costi
  • 0,40 centesimi al fabbricante locale
  • 1,10 euro costi dl materiale per la produzione
  • 1,10 euro costi per il trasporto e la distribuzione
  • 1,50 euro profitto netto (detratte spese di marketing, pubblicità e distribuzione) del brand
  • 5,90 euro profitto dei venditori
  • Totale 9,95 euro

LEGGI ANCHE: Sconti a chi ricicla vestiti usati

QUANTO INQUINA UNA MAGLIETTA?

Secondo un Rapporto del Global Fashion Green per produrre una maglietta servono 2.700 litri di acqua, pari al consumo di una persona per tre anni. Molto più alto il consumo di acqua per la produzione di un jeans: 7.000 litri di acqua. Una maglietta di cotone emette 2,2 chilogrammi di CO2, in acrilico o in altri tessuti sintetici arriva a 5 chilogrammi di emissioni.

t shirt

Fonte immagine: Will Media

MODA SOSTENIBILE: TRE PROGETTI DA CONOSCERE

Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
Torna in alto