Lo si indossa per quell’unico, speciale, giorno, e mai più. È l’abito da sposa. Bellissimo, meraviglioso, fantastico ma anche parecchio costoso. A meno che non si opti per un’alternativa all’insegna della sostenibilità. L’usato. Che poi tanto usato non è. Una scelta anti-spreco, per di più economica. Fortunatamente sono numerose le realtà che propongono abiti nuziali di seconda mano, anche gratuitamente. Come il monastero di Santa Rita, dove le suore li regalano a chi non può permettersi modelli nuovi e troppo costosi. Ma non è l’unica iniziativa solidale, ne esistono molte altre.
Dall’atelier del Monastero di Santa Rita, che ha addirittura attirato l’attenzione del New York Times, a Sowed, Onlus che riceve in donazione abiti e accessori nuziali da privati, atelier, designer e celebrities, destinandoli a chi ne ha bisogno in cambio di una donazione volontaria. Anche l’associazione missionaria “Obiettivo Francesco” ha lanciato un progetto a tema chiamato “Abito da sposa solidale”. Che grazie alle numerose donazioni da parte di atelier e privati, oggi vanta un gran numero di abiti nuziali, sia usati che nuovi.
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Vantaggi
Il primo vantaggio è economico. Tante iniziative solidali sono nate infatti per venire incontro alle esigenze delle persone che non possono permettersi spese folli per un singolo abito. Tuttavia i vantaggi sono molteplici, anche in termini di sostenibilità. D’altronde l’abito da sposa si indossa una volta nella vita, tanto “usato” non è. E allora perché non rimetterlo in circolo, in un’ottica anti-spreco, donandolo a qualcuno che non può permetterselo. Senza contare che il vintage va pure di moda.
Ricapitolando, ecco tutti i vantaggi dell’abito da sposa usato:
- È meno costoso se non addirittura gratuito
- È amico dell’ambiente e anti-spreco
- È praticamente nuovo visto che lo si indossa una volta sola
Come si dona
C’è chi li regala e chi chiede in cambio una piccola donazione per sostenere progetti solidali. Gli abiti da sposa gratis, usati e non, vengono incontro a chi non può permettersi spese eccessive. Iniziative all’insegna della condivisione e della solidarietà che fanno bene alle persone, ma anche all’ambiente.
Monastero di Santa Rita da Cascia
Tra le diverse iniziative solidali che vedono protagonisti gli abiti usati da sposa, una in particolare ha attirato l’attenzione dei media. Persino il New York Times vi ha dedicato un servizio. Si tratta del già citato atelier del Monastero di Santa Rita da Cascia, dove Suor Maria Laura, raccoglie e riordina, per taglia e modello, i numerosi abiti ricevuti in donazione, aiutando le future spose a scegliere il modello giusto.
Gli abiti vengono spediti direttamente al monastero, in altri casi lasciati davanti al portone o in parlatorio. A richiederli però non sono solo persone bisognose, dichiara la suora, ma anche donne che lo fanno per scelta al termine di un percorso spirituale. Maria Laura è particolarmente brava nell’offrire consigli di stile, merito della scuola di stilista di moda frequentata in giovane età e dell’esperienza maturata in sartoria insieme alla sorella.
Sowed
Si chiama Sowed ed è un Onlus che distribuisce abiti e accessori da sposa nuovi e usati, donati da privati ma anche da atelier, designer e vip, in cambio di una donazione. Fondata da Veronica Bello, fashion stylist, per conciliare mondi apparentemente distanti. Come il wedding e la beneficenza. Non a caso prende il nome di Sowed, da “So”, ad indicare l’anima social del progetto e il suo impegno nel sociale, e “wed”, ovvero wedding (matrimonio). E il ricavato è utilizzato per sostenere progetti solidali.
Obiettivo Francesco
Dai missionari di “Obiettivo Francesco” nasce un altro progetto a tema, “Abito da sposa solidale”. Anche in questo caso gli abiti nuziali, sia usati che nuovi, vengono donati da privati e atelier, quindi ridistribuiti gratuitamente o in cambio di un’offerta destinata a sostenere un programma di prevenzione oncologica (Pap Test) per le donne che abitano nel territorio del Chaco Boliviano e un laboratorio artigianale di sartoria presso la Diocesi di Tshumbe (Repubblica Democratica del Congo).
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