Giornate sempre più frenetiche. Prima lavoro, poi studio, palestra, cene e appuntamenti vari. Senza mai passare da casa. “Che scarpe metto?”. Questa è la domanda che milioni di persone si pongono la mattina prima di uscire dalla porta di casa per affrontare una giornata piena di impegni diversi, e la risposta è frutto di un calcolo estremamente complesso. Il problema però svanisce nel momento in cui basta tirare su una zip per indossare (e portare ovunque con noi) tutti i modelli di scarpe che vogliamo. E’ l’idea di due ragazzi italiani che hanno inventato un’innovativa calzatura componibile: sulla stessa suola si possono montare 100 tomaie diverse, per uno stile intercambiabile e una notevole riduzione dell’impatto ambientale.
ACBC SCARPE SOSTENIBILI
Acbc, la sneaker che cambia pelle, nasce da un’intuizione di due giovani ragazzi italiani, Gio Giacobbe e Edoardo Iannuzzi, appassionati di design, tornati in Italia per stravolgere il settore delle calzature e adattarlo alle esigenze dei tempi moderni. «È un settore che è rimasto statico negli ultimi anni, abbiamo cercato di innovarlo partendo dalle esigenze dell’uomo contemporaneo, che si sposta e viaggia molto, passa da un luogo all’altro nella stessa giornata» spiega Edoardo Iannuzzi, 37 anni, direttore creativo. «Inoltre in un’ottica green abbiamo sviluppato il progetto anche con il fine di ridurre l’inquinamento derivante dai processi produttivi, allungando il ciclo di vita della scarpa».
La scarpa è infatti costituita da una suola sulla quale si possono montare “skin” diverse, a seconda dell’occasione. La chiave del meccanismo è una semplice zip che, unendo le due parti della calzatura, assicura robustezza e resistenza all’acqua.
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SCARPE COMPONIBILI ACBC
Il progetto è nato nel 2016, quando i due fondatori si trovavano in carriera all’estero nel mondo dell’alta moda e del design, nello specifico Gio Giacobbe a Shangai e Edoardo Iannuzzi nel Regno Unito. Con la proposta, i due giovani imprenditori hanno cercato di unire all’appeal fashion una funzione sostenibile del prodotto, per rispondere non solo all’esigenza di adattamento ai ritmi contemporanei ma anche alla necessità di ridurre le emissioni di Co2 causate dalla produzione. «La sostenibilità parte dal trasporto: una skin occupa poco spazio e ingombra l’80 per cento in meno di una scarpa“, puntualizza Edoardo, che spiega: “Questo vale per i mezzi su gomma necessari per consegnare il prodotto finito in negozio, ma anche per il cliente: una volta comprata la scarpa, le tomaie, leggere e comode, si possono portare in uno zaino. Così da un lato il consumatore riduce il peso del suo bagaglio; e dall’altro, acquista meno paia e contribuisce ad abbattere l’inquinamento derivante dalla realizzazione delle calzature».
MODA SOSTENIBILE
Informazioni più certe sul tema arrivano dal noto centro di ricerca americano Mit, il quale attesta che la fase più inquinante di produzione di una calzatura sia quella finalizzata alla realizzazione della suola. Con l’acquisto di una suola e due tomaie Acbc, non solo si taglia l’utilizzo di materie prime e la quantità di energia utilizzata, ma si allunga il ciclo vitale della scarpa stessa, spesso scartata perchè vecchia o fuori moda, prima ancora che la suola sia consumata.
La società, nata fisicamente a Shanghai e ormai già diffusa in Italia, Cina e Nord-Est Europa, ambisce a conquistare nuovi mercati principalmente in Germania, Regno Unito e Francia, ma le sue mire espansionistiche guardano anche al Giappone e alla Korea. Nel farlo, però, i due giovani promettono che il “green made” sarà il loro faro guida. Hanno in serbo già una nuova linea, “Made with care”, la scarpa sostenibile, interamente made in Italy. I materiali impiegati sono tutti con certificazione di sostenibilità, tra cui un’ecopelle fatta con gli scarti delle bottiglie di plastica, un velluto organico e una suola realizzata con sughero riciclato”.
La foto è tratta dalla pagina Facebook di ACBC.
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