L’Acquedotto pugliese (Aqp) è una classica grande azienda nel settore dei servizi idrici che deve fare i conti con le difficoltà di gestione di questa preziosa (e qui scarsa) risorsa e con le scandalose perdite nella rete. Con il rischio del greenwashing dietro l’angolo. Come nel caso di una campagna, lanciata due anni fa, per la sostenibilità e contro gli sprechi (intitolata Acqua per tutti, tutti per l’acqua) per auto-celebrare i propri risultati, a partire da un valore della produzione arrivato a 741 milioni di euro. In un contesto dove l’Acquedotto pugliese deve fornire acqua potabile in un territorio molto vasto, andandola a prendere nelle regioni limitrofe, essendone priva sul suo territorio. Tanto che il 79 per cento dell’acqua distribuita in Puglia arriva da altre regioni, proprio grazie alla rete dell’Acquedotto pugliese, la cui costruzione è iniziata nel lontano 1902.
La rete obsoleta e la dispersione di acqua
La rete oggi è obsoleta, e questo gigantesco carrozzone, ben protetto dai politici locali e dall’amministrazione regionale anche perché è una miniera di voti, con i suoi circa 2.300 dipendenti, non riesce a tirare fuori la popolazione pugliese dal rischio della crisi idrica. Anche perché sui circa duemila chilometri di rete ispezionati nell’ultimo anno, sono venuti fuori più di mille punti critici con dispersioni di acqua. E la regione sconta anche il fatto di essere una zona geografica dove le piogge sono rare, e nulla è stato fatto, innanzitutto dai signori dell’Acquedotto pugliese, così attenti alla sostenibilità, per recuperare l’acqua piovana, sulla quale la Puglia sconta un altro record negativo. L’89 per cento dell’acqua piovana della regione viene dispersa, e quindi sprecata. A fronte di questa realtà, i dirigenti dell’Acquedotto pugliese replicano ricordando gli investimenti fatti negli ultimi anni e previsti per i prossimi in una rete idrica gigantesca, lunga oltre 20mila chilometri: 2 miliardi di euro indicati nel piano strategico 2022-2026, dei quali 1.7 dedicati proprio alla tutela della risorsa idrica, con un risparmio stimato di 44 milioni di metri cubi.
Le perdite di acqua in Puglia
Ovviamente, nessuno vuole negare gli sforzi di Aqp (anche se gli investimenti realmente fatti andrebbero specificati per valutarne l’efficacia): ciò che conta però è scolpito nei dati, nelle censure, nelle multe e nelle sentenze dell’Autorità di regolazione (Arera) e del Tar della Lombardia. L’Area ha chiesto, in Italia, una riduzione delle perdite della rete idrica idel 5 per cento all’anno, percentuale raggiunta da altre grandi aziende del settore in Italia. Nel caso della Puglia, dove le perdite arrivano fino al 43,6 per cento (dato Istat), la riduzione del 5 per cento significherebbe recuperare 12,3 milioni di metri cubi di acqua, mentre finora non si è andati oltre i 3-4 milioni di metri cubi. Meno di un terzo. Tanto che l’Arera ha multato l’Acquedotto pugliese (150mila euro di sanzione). Per difendersi, l’azienda pugliese ha fatto ricorso al Tar della Lombardia, sostenendo che la tabella di marcia per il taglio delle perdite proposta da Arera fosse “irrealistica e irrealizzabile”, con la tempistica richiesta. Ma i giudici lombardi hanno dato torto ad Aqp, chiedendo di aumentare gli sforzi per diminuire le perdite della rete. In fondo, è quanto chiediamo anche noi, con le nostre denunce, senza nulla togliere sia agli sforzi dell’Acquedotto pugliese sia alle difficoltà, tecniche e finanziarie, per interventi così complessi. Il Tar, entrando nel merito proprio degli interventi, censura l’azienda pugliese ricordando che per ridurre le perdite, oltre alla normale sostituzione delle condotte, ci sono altre cose da fare, come per esempio la corretta gestione della pressione di rete e la riduzione dei tempi delle riparazioni. Su questo bisognerebbe concentrarsi, anche a livello di marketing e comunicazione, spiegando ai cittadini gli sforzi fatti, uno dopo l’altro, e i risultati ottenuti (se ci sono). E non cercando di compiacerli con inutili campagne come Acqua per tutti, tutti per l’acqua. Concetto chiaro a qualsiasi residente in Puglia, così come ogni cittadino pugliese sa bene come non sprecare l’acqua. Tanto che, e questa è una giusta osservazione da parte dell’Acquedotto pugliese, i consumi di acqua pro capite in Puglia (155 litri) sono tra i più bassi d’Italia (la media è 215 litri).
I depuratori in Puglia
Una grande azienda come Acp può fare tanto per ridurre gli sprechi e migliorare in generale la qualità della vita della popolazione. Lo ho dimostrato con la gestione dei 185 depuratori che contribuisce alla tutela del sottosuolo e dei mari pugliesi. Grazie ai quali le acque marine della regione sono classificate tra le più pulite in Italia. Non è troppo, riteniamo, chiedere altrettanta efficienza nella riduzione delle perdite, evitando il rischio di scivolare nella zona grigia del greenwashing.
Acqua e agricoltura
Uno dei settori nei quali in Puglia più si soffre per la mancanza d’acqua è l’agricoltura. Ma qui bisogna dire che i servizi forniti da Aqp sono esclusivamente di approvvigionamento e distribuzione di acqua potabile per uso civile, fognatura e depurazione. Quindi l’agricoltura è esclusa. E nonostante questo l’azienda sta realizzando, sempre nei propri preziosi depuratori, impianti di affinamento per fornire, gratuitamente, acqua per usi irrigui. Nel 2023, per esempio, sono stati distribuiti 1,3 milioni di metri cubi di acqua all’agricoltura locale.
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