ACQUISTI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE –
Chissà perché quando compra lo Stato i prezzi sono sempre più cari. Dal 30 al 70 per cento. E nelle varie stazioni appaltanti che in Italia si occupano di forniture, ognuno è libero di fare le proprie tariffe, purché si sprechino soldi sulle spalle dei contribuenti.
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AQUISIZIONE BENI E SERVIZI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE –
Il ministero dell’Economia, all’affannosa ricerca di risorse per evitare che scatti un nuovo aumento dell’Iva e per tagliare la tassazione sulla casa, ha scoperto, per esempio, che esistono larghe distanza tra i prezzi pagati dai singoli committenti della Pubblica amministrazione e quelli che invece si ottengono attraverso gli acquisti centralizzati della Consip.
ACQUISTI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CONSIP –
Qualche esempio? Una stampante mediamente si paga 122 euro, alla Consip ne costa solo 39. Un personal computer si traduce in un esborso di 445, mentre con l’acquisto centralizzato lo Stato paga 331 euro. E perfino la benzina e il gasolio, come le risme di carta, presentano queste incredibili differenze. Anzi: sulle forniture di carta la singola amministrazione pubblica paga esattamente il doppio della Consip.
PROCEDURE ACQUISTI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE –
Il tentativo che dovrà fare il governo, speriamo coronato di successo, sarà di portare tutti gli acquisti e le forniture della pubblica amministrazione nel perimetro tabellare della Consip. Ci sarebbe un significativo risparmio, e anche più trasparenza. Inoltre tutti gli amministratori pubblici, e gli stessi cittadini, sarebbero informati di quanto costa ogni singolo prodotto. Gli spazi per non sprecare sono enormi: le attuali tabelle della Consip consentirebbero acquisti per 36 miliardi di euro, mentre adesso per la centrale ne passano solo 4 miliardi di euro. La differenza è la palude dello spreco.
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