Acufene: cause, cure e prevenzione

Chi ne soffre percepisce rumori che non esistono. Come si fa la diagnosi e le speranze di un nuovo farmaco

quali sono le cause di acufene, sintomi e cure

L’acufene, conosciuto anche come “tinnito”, è un disturbo molto fastidioso e non facile da curare. In pratica, chi ne soffre percepisce rumori che non esistono, di diversa tonalità: possono rassomigliare a un fischio, al suono d’un campanello, a un ronzio a bassa frequenza. L’acufene colpisce ben 740 milioni di persone in tutto il mondo.

Storia

L’acufene ha radici molto antiche, ed è citato già nei testi mesopotamici e babilonesi. Gli assiri parlavano di “sussurri” e “orecchie canterine”, gli egiziani di orecchio stregato”, mentre i greci sostenevano che, con l’acufene, il vento restava intrappolato nelle orecchie. Tra i rimedi antichi, i romani curavano l’acufene con il latte materno,il succo di porro, il succo di ravanello,l’esercizio fisico e i massaggi.

Cause

Ci sono diverse cause che possono determinare l’acufene, e uno studio scientifico del 2023 ha dimostrato che chi vive in zone molto trafficate ha più rischi di ammalarsi. Tra queste:

  • I tappi di cerume
  • Il diabete
  • Il long Covid
  • La malattia di Ménière
  • Esposizione a rumori forti
  • Invecchiamento
  • Problemi ai vasi sanguigni (malattie cardiovascolari come aterosclerosi)
  • Traumi o lesioni alla testa e al collo
  • Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM)
  • Uso di alcuni farmaci (alcuni antibiotici, antinfiammatori non steroidei, antidepressivi e diuretici. In molti casi, l’acufene scompare una volta che il farmaco è stato interrotto).

Sintomi

L’acufene, o fischio nell’orecchio, può manifestarsi con diversi sintomi, i quali variano notevolmente tra gli individui. I sintomi più comuni includono la percezione di suoni come fischi, ronzii, sibili, clic o pulsazioni, che possono essere presenti in uno o entrambi gli orecchi o nella testa. Questo fenomeno può verificarsi continuamente o a intervalli e può variare in intensità. Alcuni specifici tipi di acufene presentano caratteristiche peculiari:

  • Acufene pulsante: È spesso sincronizzato con il battito cardiaco. Questa condizione può essere causata da alterazioni del flusso sanguigno nelle vicinanze delle orecchie, come un flusso maggiore o pressione arteriosa elevata.
  • Acufene monolaterale: Si verifica solo in un orecchio e può essere associato a condizioni mediche più gravi, come tumori dell’orecchio o schwannomi vestibolari.

Molti pazienti con acufene riportano anche un impatto negativo sulla qualità della vita, dovuto all’emergere di disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e stati di ansia o depressione. È importante notare che l’atteggiamento del paziente verso il suono dell’acufene può influenzare significativamente il livello di disturbo percepito; per esempio, se viene percepito come minaccioso, può aggravare la situazione.

Diagnosi

La diagnosi dell’acufene segue un percorso strutturato e dettagliato che inizia con un’accurata anamnesi, dove il medico raccoglie la storia clinica del paziente, prestando attenzione ai sintomi e a come questi influenzano la vita quotidiana. L’esame obiettivo inizia generalmente con una valutazione dell’orecchio esterno e del timpano, utilizzando un microscopio per identificare eventuali patologie dell’orecchio medio o esterno, oltre alla possibile rimozione di cerume. Successivamente, vengono effettuati vari test diagnostici specifici:

  • Audiometria tonale e vocale: Misura la capacità di udire e comprendere suoni a diverse frequenze.
  • Timpanometria: Valuta la funzionalità del timpano e della tuba di Eustachio.
  • Acufenometria: Determina la frequenza e l’intensità dell’acufene percepito dal paziente e la sua mascherabilità con altri suoni.
  • Otoemissioni acustiche: Esame che verifica la salute delle cellule ciliate dell’orecchio interno, fondamentale per il corretto funzionamento dell’udito.
  • Studio del riflesso stapediale: Verifica la risposta di un piccolo muscolo dell’orecchio medio a suoni di forte intensità​

In alcuni casi, possono essere richiesti ulteriori esami come:

  • Potenziali evocati uditivi: Per studiare la via uditiva fino al cervello.
  • Risonanza Magnetica (RNM) o Tomografia Computerizzata (TAC): Utilizzati per escludere altre patologie neurologiche o problemi strutturali dell’orecchio medio e interno.
  • Test di funzionalità del nervo acustico e altri esami del sangue: Per investigare ulteriori cause potenziali dell’acufene​

Questo processo diagnostico dettagliato è essenziale per capire le cause sottostanti dell’acufene e per personalizzare il trattamento più adeguato per ogni singolo paziente. Questa personalizzazione del trattamento è cruciale poiché le cause e le manifestazioni dell’acufene possono variare di molto da persona a persona​

Conseguenze

L’acufene peggiora decisamente la qualità della vita, e innanzitutto rende problematico e precario il sonno. Un’altra perdita importante, a causa dell’acufene, è il piacere e la sensazione del silenzio. Questo disturbo infatti può trasformare momenti di quiete in occasioni di stress e disagio, poiché il contrasto tra il silenzio esterno e il rumore interno diventa più marcato. E da qui, le possibili difficoltà a mantenere la concentrazione, problemi di interazione sociale ed eventuale tendenza ad isolarsi o ad allontanarsi dal contesto sociale. Ma non solo. Con l’acufene, se non trattato nel modo giusto, si può arrivare a manifestare problemi di ansia e depressione che possono condizionare, e non di poco, la vita di chi ne soffre.

Cure

Chi soffre di acufene deve riuscire innanzitutto a conviverci. Le cure non sono sempre efficaci, e possono essere anche dannose. Attorno a questo disturbo si è sviluppata una fiorente industria di integratori alimentari: completamente inutili. Piuttosto la terapia cognitivo-comportamentale, che di solito viene utilizzate per curare l’ansia, ha mostrato di avere discreti risultati, se non altro perché riduce lo stress e rende l’acufene meno invadente. Ma non bisogna disperare. Negli anni si sono fatti molti passi avanti e attualmente esiste un trattamento che sembra funzionare in circa l’80% dei casi. Si tratta della Tinnitus Retraining Therapy (TRT), una terapia ritenuta l’unica a funzionare e ad essere ampiamente accettata dalla comunità scientifica. La TRT non mira a eliminare l’acufene, ma a modificare la reazione del cervello al disturbo. Utilizza un arricchimento sonoro costante per insegnare al cervello a classificare i suoni dell’acufene come non minacciosi, rendendoli alla fine meno percettibili. Questo processo sfrutta la plasticità del cervello, la sua capacità di adattarsi e modificarsi in risposta a nuove informazioni o ambienti. La TRT combina l’uso di dispositivi che emettono un suono di sottofondo regolare, offrendo così un supporto complessivo che va oltre il semplice aspetto acustico. Questa terapia ha mostrato tassi di successo significativi, con molti pazienti che riferiscono una riduzione della percezione dell’acufene e, di conseguenza, un miglioramento della qualità della vita. Inoltre, il supporto alla TRT e ad altre terapie viene costantemente monitorato e aggiornato attraverso ricerche e studi medico-scientifici. Questi studi sono cruciali per verificare l’efficacia delle terapie e per garantire che siano basate su prove concrete piuttosto che su aneddoti o pratiche non verificate. La letteratura scientifica attuale supporta la TRT come una delle poche terapie basate sull’evidenza per la gestione dell’acufene. Pertanto, mentre la ricerca continua nella speranza di trovare una cura definitiva, la TRT rappresenta una soluzione praticabile per molti, aiutando i pazienti a gestire meglio il loro acufene e a migliorare significativamente la loro vita quotidiana.

La stimolazione dei circuiti nervosi

La speranza per il futuro, per le persone che soffrono di acufene, è la proteina neurotrofina-3. Si parte dal presupposto che il disturbo possa essere collegati ai danni dei nervi che collegano l’orecchio interno al cervello. E questa proteina potrebbe essere efficace per curare l’acufene. Ma siamo ancora in una fase sperimentale e c’è incertezza sui tempi, tanto che si parla di anni prima di arrivare ad un medicinale davvero efficace. Intanto, un altro trattamento, con alla base la stimolazione dei circuiti nervosi, partendo sempre dal presupposto del danno dei nervi che collegano l’orecchio interno al cervello, può funzionare, ed è già disponibile in commercio.

Prevenzione

Prevenire l’acufene non è sempre possibile, ma ci sono diversi passi che possono ridurre il rischio di svilupparlo o mitigarne la gravità se già presente. Ecco alcune strategie realistiche e specifiche per la prevenzione dell’acufene:

Protezione dell’udito

  • Evitare l’esposizione a rumori forti: I concerti, le fabbriche, e gli utensili rumorosi possono danneggiare l’udito. Utilizzare protezioni come cuffie o tappi per le orecchie può aiutare a proteggere l’orecchio interno.
  • Ridurre il volume: Durante l’ascolto di musica attraverso cuffie o auricolari, mantenere il volume a un livello moderato. Una buona regola è ascoltare la musica a non più del 60% del volume massimo per non più di 60 minuti al giorno.

Salute generale

  • Controllo delle condizioni mediche: Alcune condizioni come l’ipertensione e il diabete sono legate all’acufene. Mantenere sotto controllo queste condizioni con una dieta appropriata, esercizio fisico regolare e, se necessario, farmaci, può aiutare a prevenire l’acufene o a ridurne la severità.
  • Evitare certi farmaci: Alcuni farmaci, come gli antibiotici aminoglicosidici, i farmaci antinfiammatori non steroidei e alcuni diuretici, possono contribuire all’insorgenza dell’acufene. Consultare sempre il medico per alternative più sicure se si è a rischio.

Abitudini di vita

  • Gestione dello stress: Lo stress e l’ansia possono aggravare l’acufene. Tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga, o la terapia cognitivo-comportamentale possono essere utili.
  • Cura dell’orecchio: Evitare l’introduzione di oggetti nell’orecchio e l’uso di cotton fioc per la pulizia che può danneggiare il timpano e l’orecchio interno.

Adottando queste misure preventive, è possibile ridurre il rischio di sviluppare acufene o, se già presente, di gestirne meglio i sintomi e ridurre l’impatto sulla qualità della vita.

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