Quasi: il rifugio di cani anziani e disabili

Centinaia di cani malati sono stati adottati grazie a un progetto che coinvolge diverse volontarie. Unite da uno slogan: nessuno deve morire solo.

adottare cani malati e disabili
Tra le tante organizzazioni no-profit che si occupano di salvare cani malati, vecchi, abbandonati, disabiliQuasi è davvero speciale. Non solo per i risultati ottenuti con pochi mezzi, ma anche per la partecipazione che circonda la sua attività. Tante persone, che come abbiamo sempre sostenuto sul nostro sito, preferiscono l’adozione all’acquisto di un cane. Come dimostra l’enorme comunità che si è creata attorno alla sua pagina Facebook.

Succede che canili e rifugi sono pieni di cani e gatti che corrono il rischio di trascorrere la vita in un recinto per via dell’aspetto non propriamente perfetto. Cani anziani, malati, con varie  problematiche e con corpi non perfetti, che sono, come denunciano spesso gli operatori di canili e gattili, scartati a priori nel processo di scelta pre-adozione. Tagliati fuori dalla possibilità di una nuova casa e dal ricevere amore per via del proprio aspetto e delle difficoltà che hanno. Un’ingiustizia. Nessuno penserebbe mai ad adottare un “mostriciattolo”, eppure c’è chi da questa spinta verso i più deboli tra i deboli ha pensato di tirare fuori un progetto pieno di vita e di speranza. E carico di ironia.Nasce così il progetto Quasi, pensato per supportare e sostenere le adozioni di cani che verrebbero considerati “di scarto”, inadottabili: finora il progetto Quasi ha consentito di trovare un posto e un rifugio a centinaia di cani disabili, neurolesi, disabili o anche molto anziani.

Fabiana Rosa, fondatrice del progetto, di ironia e sorrisi ne sparge a iosa, a partire dal suo lavoro, la terapista di bambini con problemi neurologici. Ovvio che, poi, abbia sviluppato un modo originale di intendere la “normalità” e la “diversità”, Per questo si adopera, insieme alle volontarie, a trovare una casa ai cani poco appetibili, recuperati dai canili e dai rifugi. Lo fa con una precisa consapevolezza, fedele ad una delle regole del marketing: se non puoi coprire un difetto, esaltalo. Perciò, seguendo una precisa strategia comunicativa, sia i nomi dei cani che gli annunci sono ironici, divertenti, quasi surreali. Come quello di Megamind, cagnolina idrocefala di 5 mesi, o di Einstein, epilettico e pieno di tic, con i postumi del cimurro, ma che, alla fine ha trovato padroni e una nuova casa.

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Puntare sull’aspetto divertente è utile e vincente per non indugiare solo sulle difficoltà e le tragedie che spesso ci sono dietro la vita di questi cani: spesso maltrattati, picchiati, usati come cani da combattimento o abbandonati dalle precedenti famiglie appena avuta la diagnosi di una malattia o un difetto congenito. Non solo, pare funzionare. Non è un caso che uno dei motti del progetto sia “non esistono cani inadottabili”, bisogna solo trovare il padrone giusto.  Fabiana stessa ne è l’esempio: dopo Mela, una piccola french bulldog perfetta nei suoi standard di razza, pedigree, raduni dedicati. Poi, l’illuminazione, e l’arrivo di Quasi, una cagnolina con una malformazione genetica, chiamata sindrome del cane babbuino a spina corta, che la porta ad avere una grave scoliosi, due gobbe, il bacino storto, le zampe anteriori più corte delle posteriori, una codina piccolissima. In più, Quasi non può muovere il collo.

Per la sua padrona, Quasi è stata un’epifania: tutte le persone le sottolineavano il suo aspetto fisico non proprio perfetto, le chiedevano spesso chi glielo avesse fatto fare. La risposta di Fabiana Rosa è stata proprio la nascita del progetto intitolato alla sua cagnolina, inizialmente pensato per pagare le cure e le operazioni necessarie alla sua sopravvivenza. Partendo dalla vendita di magliette e spille, per poi arrivare alla creazione di una vera e propria casa famiglia, un luogo tranquillo che ospita fino a 5 cani per volta, solitamente almeno un cane disabile, un cane anziano e due randagi,  che lì sono coccolati, nutriti, curati ed educati. Perché nessuno merita di morire solo, nemmeno i “mostriciattoli”.

(Immagini in evidenza e a corredo del testo tratte dalla pagina Facebook del progetto Quasi)

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