Gli adulatori sono una tribù molto numerosa. E fluida. Nel gruppo entrano in continuazione nuovi adepti a questo stile di vita che, prima o poi, conduce dritti alla falsità. E tutti noi possiamo avere la debolezza di lasciarci lusingare da un adulatore, oppure di diventare cortigiani alla ricerca del facile consenso. Facile ma poco solido.
- L’adulazione è una scorciatoia. Procura degli amici, spesso deludenti, sleali e temporanei. Rende ricercati, proprio perché tocca un tasto dei nostri desideri ai quali siamo tutti sensibili. Induce alla bugia, in quanto l’adulatore sa bene quanto i suoi complimenti siano gonfiati. Distorce perfino il galateo, come ricordava Balzac, perché talvolta può essere difficile, molto difficile, stabilire dove finisce la cortesia e inizia l’adulazione. All’opposto, la sincerità ha un prezzo che bisogna pagare: il rischio di farsi qualche nemico. Ma ne vale la pena. Anche per addormentarsi con la coscienza in ordine.
- L’adulazione è una sconfitta che porta, senza neanche accorgersene, a una perdita di dignità. Si smarrisce il senso critico, il dubbio si appanna, ed esiste solo il pensiero degli altri. Mai quello proprio.
- L’adulazione è una scelta di vita al ribasso. Tipica di chi non ha il coraggio di rischiare e la curiosità di approfondire le relazioni umane. E si accontenta di vivere di luce riflessa. Molto opaca.
- L’adulazione è la ricerca del consenso. Facile, ma sulfureo e precario.
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