Affido familiare: come funziona e quanto dura

Tutti possono accedervi, anche i single. Ma il bambino non deve mai perdere i contatti con la sua famiglia naturale. Le associazioni che aiutano gli affidatari

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In Italia ci sono circa 16mila bambini, ospiti di centri di accoglienza, case-famiglia e altre strutture ricettive, che attendono che vada a termine un affidamento familiare. Mentre altri 14mila minori sono già in questa condizione. Il 57 per cento dei minori in affidamento ha un’età tra gli 11 e i 17 anni, mentre oltre l’80 per cento degli affidi avviene per via giudiziaria e non sono consensuali. Ma come funziona l’affido familiare? E perché a fronte di tanti bambini lasciati senza una famiglia e tanti genitori che vogliono un figlio in affido il meccanismo risulta così poco efficace? Perché si sprecano tante occasioni per dare una vita serena a bambini piccoli e famiglie di genitori adulti e responsabili?

Come funziona

L’affido familiare è un’accoglienza temporanea, e non definitiva, di bambini che arrivano da famiglie in estrema difficoltà. La legge che regola il suo meccanismo risale al 1983 (anche se ci sono stati alcuni aggiustamenti nel corso degli anni) e bisogna dire che ha funzionato: allora in Italia vi erano 230mila minori che vivevano in un orfanotrofio o in un istituto simile. La temporaneità è un elemento essenziale dell’affido familiare (e rappresenta anche la più importante differenza con l’adozione): gli affidatari non si sostituiscono alla famiglia del bambino, e anzi cercano di essere costantemente in contatto con i suoi genitori. L’affido familiare diventa decisivo quando i genitori del bambino non sono in grado di garantire la sua crescita e la sua educazione, oppure sono in perenne e gravissima conflittualità, quando la famiglia si disgrega, quando i genitori hanno gravi problemi di salute. Nell’affido comunque c’è sempre la previsione del ritorno del bambino alla sua famiglia di origine.

Tipi di affido

L’affido familiare può maturare attraverso diversi percorsi, e da qui nascono le varie tipologie.

  • L’affido consensuale è quando i genitori sono d’accordo e magari loro stessi lo richiedono, rivolgendosi ai servizi sociali sul territorio
  • L’affido giudiziale è decretato dal tribunale dei minorenni, senza la collaborazione dei genitori coinvolti nella decisione
  • L’affido a tempo pieno significa che il bambino vive con gli affidatari giorno e notte, anche se continua ad avere rapporti con la famiglia di origine
  • L’affido a tempo parziale significa che il bambino trascorre parte della giornata con gli affidatari, ma la sera torna nella casa della sua famiglia di origine. Oppure vive con gli affidatari e il fine settimana rientra dai suoi genitori naturali

Chi può ottenerlo

Il bambino può andare in affido familiare a una famiglia, con o senza figli, a una coppia, anche di conviventi, a un single. L’importante è che gli sia garantito la disponibilità di uno spazio fisico in casa, e mentale nella cura e nell’educazione del bambino. Inoltre, gli affidatari si impegnano a collaborare con i servizi sociali e con l’autorità giudiziaria. Tra i requisiti, non sono richieste particolari condizioni di reddito o di tenore di vita.

Quanto dura

In teoria, l’affido familiare non può durare più di due anni. Ma è prorogabile da parte del tribunale dei minori laddove i magistrati ne riscontrino la necessità. Risultato: quasi il 22 per cento degli affidi va dai 2 ai 4 anni, e nel 40 per cento dei casi si superano i 4 anni.

Che cosa succede al termine dell’affido familiare

Un bambino su tre dopo il periodo di affido familiare torna alla sua famiglia di origine. Un 12 per cento, circa, è assegnato in affidamento pre-adottivo; il 10 per cento si trasferisce in un’altra famiglia affidataria; il 16 per cento si sposta in un servizio residenziale; il 3,4 per cento è diventato adulto e può iniziare un percorso di vita autonoma.

Contributi per gli affidatari

Gli affidatari possono richiedere un contributo pubblico per la loro scelta. L’importo medio di questo bonus va da 54 euro per chi non presenta Isee oppure a un Isee superiore ai 40mila euro all’anno, a 215 euro per le persone con un Isee inferiore ai 16mila euro all’anno.

Associazioni per l’affido familiare

Esistono diverse associazioni, anche ben organizzate, alle quali ci si può rivolgere per essere aiutati nell’ottenere un affido familiare. Tra queste le più importanti sono:

  • Ai.Bi. L’associazione Amici dei bambini è tra le più attive in Italia e all’estero per gli affidamenti e le adozioni. Ha una presenza capillare sul territorio con 25 sedi nelle varie regioni e una succursale operativa in 30 paesi del mondo.
  • Anfaa. L’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie svolge un’attività di consulenza a 360 gradi nei confronti di genitori che hanno seguito questo percorso. Un lavoro utile, specie per confrontare esperienze diverse e scambiarsi dati e informazioni che possono essere di estrema utilità.
  • Progetto Famiglia. In questa associazione è centrale la sua ispirazione cristiana, tutta protesa a sostenere la famiglia, gli affidi familiari e le adozioni.
  • Cometa. È un’associazione impegnata a sostenere le famiglie affidatarie, con i rispettivi bambini, nell’educazione scolastica e, successivamente, nella ricerca di un lavoro.

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