L’agricoltura sociale mette insieme la più antica attività lavorativa dell’uomo con i nuovi e vecchi bisogni dei disabili, di persone che soffrono per disturbi psichici, dei giovani a rischio, dei migranti che non si sono ancora integrati, dei giovani senza lavoro.
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Cos’è
Con l’agricoltura sociale si offre ai lavoratori chiamati a lavorare nei campi non solo un’attività retribuita, ma anche la possibilità di integrarsi in una comunità, la formazione professionale che servirà poi per tutta la vita, il pieno recupero psico-fisico. L’obiettivo dell’agricoltura sociale è quello di migliorare le condizioni fisiche e mentali delle persone disabili attraverso la partecipazione alle attività quotidiane di una fattoria, di un’azienda, di una cooperativa agricola. Si tratta spesso di attività manuali, dall’allevamento alla cura degli animali, fino alla orticoltura, che possono portare benefici alle persone con disabilità.
Chi ci lavora
Ormai più di 2.000 disabili, in gran parte autistici, lavorano stabilmente nei campi: in maggioranza hanno un’età tra i 18 e i 30 anni (42 per cento) e tra i 30 e i 49 anni (36 per cento). L’ultimo censimento sull’agricoltura sociale, con questi dati sorprendenti, è stato fatto attraverso un lavoro sul territorio, curato da Daniela Pavoncello, che firma la ricerca dove sono riportati i dati della ricerca «Farming for Health», Agricoltura per la Salute in Italia. Agli oltre 2mila disabili bisogna poi aggiungere, le 2.400 persone coinvolte nelle attività per le loro competenze sociali.
Fattoria Conca D’oro a Bassano del Grappa
La fattoria Conca d’oro di Bassano del Grappa, in Veneto, gestisce una “comunità alloggio” ma né gli operatori né i giovani che la abitano la chiamano così. Per tutti è “la casa”, anche da un punto di vista architettonico. La casa infatti è situata al piano superiore della fattoria, con un’entrata propria e ben distinta dai locali adibiti alle attività lavorative. L’arredamento è personalizzato e chiunque debba accedervi per qualche motivo, chiede permesso.
Secondo la normativa regionale, la fattoria può ospitare stabilmente 8 persone disabili adulte e 2 persone per permanenze temporanee. Comprende inoltre un piccolo appartamento (due stanze con bagno) attualmente utilizzato per progetti speciali: “moduli respiro”, “vacanze in fattoria”, “progetto autistici”. I giovani che la abitano non sono accuditi dagli operatori ma svolgono, assieme a questi, le normali attività di gestione di una casa: preparazione dei pasti, pulizie, lista spese, ecc. in un’ottica di responsabilizzazione e di autonomia. Alla domanda: “Quale è la differenza fra una comunità alloggio ed una casa?”, una delle ragazze della casa ha risposto: “Nella comunità il cibo lo trovi pronto e non lo puoi scegliere. Qui scegliamo cosa mangiare e ce lo prepariamo”.
La Cooperativa Capodarco a Grottaferrata
Nel Lazio, a Grottaferrata (in provincia di Roma) la cooperativa Agricoltura Capodarco offre numerose attività: dal vivaio alla ristorazione, ad un laboratorio sociale, alla produzione e distribuzione di vini biologici di qualità, fino ad aree attrezzate aperte ai cittadini per feste e picnic. La Cooperativa nasce con la “mission” di una condivisione più ampia dei principi fondanti la Comunità di Capodarco, che comprendono anche l’inclusione e la relazione tra le persone che fanno parte della comunità.
Il progetto prevede il graduale inserimento di 10 persone seguite dai rispettivi Servizi della ASL che abbiano già conseguito la licenza media inferiore e possiedano i requisiti per lo svolgimento di questo tipo di esperienze con significative valenze terapeutiche e riabilitative.
Il laboratorio sociale per disabili mentali e psichici, convenzionato con le strutture pubbliche territoriali (ASL/dipartimento di salute mentale locale e Municipio), è perfettamente inserito nel contesto produttivo ordinario dell’azienda agricola. I ragazzi acquisiscono competenze attraverso lezioni teoriche e pratiche sul campo che prevedono un affiancamento costante di due operatori, nonché degli stessi operai della cooperativa.
Per il proprio impegno settimanale di 12 ore (3 volte a settimana) è previsto anche un rimborso a cura degli enti di provenienza che dà una valenza simbolica di compenso vero e proprio per il lavoro svolto. Nella valutazione complessiva si tiene conto della frequenza, precisione e autonomia acquisita nello svolgere le mansioni affidate.
Fattoria sociale La Collina in Puglia
Una fattoria sociale che offre opportunità di inserimento lavorativo e riabilitativo per persone con disabilità e altre categorie svantaggiate. La fattoria produce ortaggi biologici e gestisce attività educative, didattiche e di supporto psicologico per gli utenti, promuovendo l’inclusione sociale e il rispetto per l’ambiente.
Terra di Tutti in Campania
Terra di Tutti è un’iniziativa che si impegna nella produzione di cibo biologico in un’ottica di sostenibilità e inclusività sociale. Il progetto impiega persone in difficoltà e mira a sensibilizzare la comunità sui temi della sostenibilità, dell’autosufficienza alimentare e della cooperazione.
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