L’alessitimia, che letteralmente significa <mancanza di parole per le emozioni>, (dal greco a, ovvero no – lexis, ovvero parole – timos, cioè emozioni) è un termine coniato per la prima volta dallo psicoterapeuta Peter Emanuel Sifneos, nel tentativo di descrivere alcuni suoi pazienti che presentavano difficoltà a identificare ed esprimere i propri sentimenti, e quindi a distinguere tra le emozioni. Gli stessi pazienti mostrano anche problemi fisici, e oggi l’alessitimia è una patologia della quale soffrono, secondo le statistiche ufficiali, circa il 10 per cento delle donne.
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Cause
Le cause della malattia vanno ricondotte innanzitutto all’incapacità di tenere sotto controllo ansia e stress. Ma possono esserci anche altri fattori, decisamente più gravi: alcuni studi suggeriscono la prevalenza di questa condizione nei disturbi del neurosviluppo (indicando quindi l’esistenza di una componente sia genetica che ambientale), come nel disturbo dello spettro autistico. L’alessitimia può anche insorgere in seguito di una lesione cerebrale (per esempio, a causa di un incidente automobilistico o ad un infortunio sportivo), a malattie neurovascolari o ad altri disturbi neurodegenerativi, come il Parkinson o l’ictus cerebrale nell’emisfero destro. Inoltre, livelli elevati di alessitimia sono stati riscontrati anche in pazienti affetti da sclerosi multipla, demenza semantica e frontotemporale, malattia di Alzheimer e malattia di Huntington.
Alessitimia e gravidanza
Una importante relazione tra l’alessitimia e la qualità e il contenuto dei sogni delle donne durante il primo trimestre della gravidanza è stata individuato da una ricerca pubblicata sul Journal of Sleep Research. Lo studio, realizzato in collaborazione dal Laboratorio di Psicologia della salute (diretto da Caterina Grano) e il Laboratorio di Psicofisiologia del sonno (diretto da Luigi De Gennaro), entrambi del Policlinico Umberto I di Roma, segnala che le donne soffrenti di alessitimia, quasi sempre abbinata a una depressione, hanno una maggiore frequenza di incubi. E il motivo sarebbe che, in questo modo, tenterebbero di regolare le proprie emozioni. Perché la ricerca si è concentrata nel periodo della gravidanza? Perché in questa fase i sogni delle donne sono più frequenti e possono servire a regolare le emozioni.
Sintomi
Altri sintomi di questa patologia sono:
- Riduzione o incapacità di provare emozioni e di verbalizzarle.
- Incapacità di percepire in modo adeguato la fatica e il dolore.
- Incapacità di fantasticare
- Difficoltà a cogliere le sensazioni della fame e della sete.
- Frequente eccitazione.
Diagnosi
L’alessitimia viene diagnosticata attraverso una valutazione psichiatrica o psicologica approfondita. Si può ricorrere anche all’uso di questionari auto-somministrati, che possono aiutare il clinico nell’identificazione di questi aspetti e a comprendere meglio le difficoltà che l’individuo incontra nell’identificare, descrivere e gestire le proprie emozioni. Ovviamente la diagnosi deve tenere conto anche di patologie psichiatriche concomitanti, come la depressione e i disturbi d’ansia, e come la persona riesce a gestire le proprie emozioni.
Trattamenti e cure
Sicuramente il trattamento più efficace, che dipende sempre dal livello della patologia, è quello psicoterapeutico, nelle sue diverse varianti.
- La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è uno degli approcci più efficaci. Aiuta le persone a diventare più consapevoli delle proprie emozioni e ad apprendere strategie per identificarle e affrontarle in modo più sano.
- La psicoterapia psicodinamica può essere utile per esplorare le radici inconsce delle difficoltà emotive e migliorare la consapevolezza affettiva.
- La psicoterapia focalizzata sulle emozioni (EFT) aiuta a migliorare la regolazione emotiva, favorendo una maggiore comprensione delle proprie emozioni e una comunicazione emotiva più adeguata.
Quanto ai farmaci, non ne esistono di specifici per l’alessitimia, ma se il disturbo è associato a disturbi dell’umore o d’ansia, il medico potrebbe decidere di prescrivere antidepressivi o ansiolitici.
Rischi
Chi soffre di alessitimia è più esposto al rischio di altre patologie, come:
- Ansia
- Depressione
- Problemi cardiovascolari
- Dipendenza da alcol e droghe
- Disturbi gastrointestinali e tensione muscolare
Prevenzione
Pur non essendoci una specifica prevenzione dedicata all’alessitimia, alle donne più esposte a questo rischio, si suggeriscono percorsi di educazione emotiva per insegnare a riconoscere, etichettare e comprendere le emozioni fin dalla giovane età, e diventare così più consapevoli dei propri stati d’animo. Inoltre la pratica della mindfulness e della meditazione possono favorire una maggiore connessione con le emozioni e una migliore gestione emotiva, aumentando la consapevolezza di sé.
Fonte immagine di copertina: Wikipedia
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