Le imprese italiane pagano l’energia elettrica il 29,6% più della media delle imprese europee e la bolletta energetica in generale rischia di essere sempre più pesante rendendo le nostre aziende meno competitive: l’allarme arriva dalla Confartigianato che chiede al Governo maggior impegno sulle energie rinnovabili evitando il "balletto increscioso" che si è visto in questo periodo sulle misure a sostegno di queste politiche.
In particolare la Confartigianato segnala come l’aumento del prezzo del petrolio si accompagni a quello delle materie prime non energetiche (+39,4% a marzo su base annua) "con forti ripercussioni sui costi degli imput manifatturieri". La crisi libica inoltre ha determinato un cambiamento nelle forniture di gas nel nostro Paese (nel primo trimestre la quantità importata dalla Libia è crollata del 51,6% su base tendenziale mentre quella proveniente dalla Russia ha avuto un balzo, sempre su base tendenziale del 38,5%).
"Ci aspettavamo – ha detto il segretario generale dell’associazione, Cesare Fumagalli ricordando la moratoria sul nucleare – che ci fosse una spinta sulle rinnovabili, invece c’è un balletto increscioso sulla riduzione del sostegno a queste energie". L’Italia è il quarto importatore mondiale di gas naturale (dopo Usa, Giappone e Germania e il paese europeo con la maggiore produzione di energia elettrica con gas naturale. Il Paese dal quale importiamo di più resta l’Algeria con quasi 8.000 milioni di metri cubi nel primo trimestre seguito dalla Russia (7336) e la Libia (1.343 milioni, meno della metà del primo trimestre 2010).
La Confartigianato sottolinea in particolare come sia stato penalizzato il sistema di incentivazione del fotovoltaico con un calo degli incentivi del 15-20% previsti per fine 2011 e una riduzione che arriverebbe al 30% a fine 2011 per gli impianti di potenza inferiore a 200 kw. "La crescita della produzione da fonti rinnovabili – afferma l’associazione – riduce la dipendenza energetica. Al momento quella italiana è dell’85,4%, oltre trenta punti più alta della media europea (54%)". La Germania paese manifatturiero come l’Italia ha una dipendenza del 60,9% mentre quella della Francia si ferma al 51,2% e quella del Regno Unito al 26,1%.
Il mix tra la maggiore dipendenza da energia importata e la crescita dei prezzi del petrolio – dice la Confartigianato – aumenta a dismisura la bolletta energetica italiana". A febbraio 2011 il deficit della bilancia commerciale per la parte energia era di 55,4 miliardi in aumento del 32,1% sul febbraio 2010 (72,9 miliardi di importazioni a fronte di 17,5 miliardi di esportazioni nel febbraio 2011)
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