Allattare al seno: dalla posizione al tempo necessario

Non fate indurire i capezzoli e non lavateli con il sapone. Quando allattare? Ogni volta che il bebè lo chiede. Usate il vostro latte in caso di ragadi. E attenzione ai dotti ostruiti

consigli per un buon allattamento al seno

La posizione della mamma e del bambino, il tempo necessario, il momento giusto della poppata: allattare al seno è uno dei gesti più naturali di una madre, e anche un piacere assoluto da non sprecare, visti gli enormi benefici del latte materno rispetto a quello artificiale. Ed è anche un gesto semplice, che va fatto seguendo alcune precauzioni per renderlo più efficace e piacevole.

COME ALLATTARE AL SENO

Tutte le donne, salvo rarissime eccezioni, possono allattare. E tutti i neonati possono godere degli enormi vantaggi di questo naturale e sanissimo modo per sfamarsi: si riducono i rischi di sovrappeso e obesità, aumentano le difese immunitarie e migliora perfino il comportamento del bambino. Per non parlare dei nati precoci, per il quali il latte materno è fondamentale come nutriente e anche per le difese immunitarie. Latte materno, lo raccomandano tutti i pediatri, senza aggiunte di acqua o di altri liquidi.

Eppure  mentre il 90 per cento delle donne allatta al seno il neonato nei primi giorni di vita, al momento della dimissione dall’ospedale soltanto il 77 per cento continua a farlo. Uno spreco.

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ALLATTAMENTO AL SENO: CONSIGLI

  • Iniziare subito. La cosa migliore è attaccare il bambino al seno già dopo il parto. Le poppate precoci, infatti, anticipano la montata lattea e inoltre il neonato si abituerà prestissimo al latte materno. Come la mamma avrà una veloce confidenza con la nuova abitudine.
  • Mettete il bambino nella posizione giusta. Il bambino deve stare tutto di fronte a voi: testa, torace, pancino, ginocchia. Tenete il bambino in modo da avere il sederino in una mano e la testa nella piega del gomito. L’altra mano tenetela sotto il seno, con tutte le dita che sostengono la mammella. Ma non mettete le dita sull’areola (l’area più scura che circonda il capezzolo). Sfiorate il labbro inferiore del bimbo con il capezzolo, in modo che apra la bocca. Quando è ben aperta avvicinate rapidamente a voi il corpo del bambino, così che la bocca si attacchi all’areola. Il capezzolo dev’essere ben dentro alla bocca del bambino. In questo modo il capezzolo non si muove quando il bambino succhia.
  • Interrompete il bambino finché non succhia bene. Se il bambino è confuso perché passa dal seno al succhiotto o al biberon, può non attaccarsi al capezzolo abbastanza a fondo. Assicuratevi che la bocca del bambino sia ben aperta prima di avvicinarlo al seno; la bocca deve chiudersi sul capezzolo in modo tale da mordere almeno tre centimetri di areola. Lasciate il bambino attaccato al seno finché sentite che succhia davvero, il che significa che inghiotte ogni succhiata o due. Se lo vedete sonnecchiare fategli fare un ruttino, svegliatelo e attaccatelo dall’altra parte. Lasciatelo succhiare dall’altra mammella finché ne ha voglia. In genere il tempo della poppata varia da 20 a 30 minuti.
  • Allattatelo spesso e a richiesta. Per le donne, spesso è uno shock scoprire quanto spesso un bambino vuole il latte. Molti medici danno istruzioni che sono più adatte all’allattamento artificiale. Probabilmente nelle prime settimane allatterete il vostro bambino 8 o 12 volte al giorno. Il latte umano infatti è progettato per poppate frequenti, e questo rafforza il  legame che si crea fra madre e figlio. Ecco perché il latte al bambino bisogna offrirlo sempre, quando lo richiede.

allattamento cinque regole per non avere problemi 1

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  • Non fate indurire i capezzoli. Esercizi e manipolazioni per indurire i capezzoli non servono e possono anche essere controproducenti. Se il bambino è posizionato nel modo giusto le ragadi non si formano comunque. Per i capezzoli rientranti usate il tira-capezzoli, dal  sesto o settimo mese di gravidanza. Una delicata suzione con questo apparecchio aiuta a riportare in fuori il capezzolo. Ma non usatelo più di 15-20 minuti al giorno .
  • Non lavate i capezzoli con il sapone. Non usate mai il sapone sui capezzoli, perché si inaridiscono. Vedete quelle piccole sporgenze intorno all’areola? Sono ghiandole sebacee, e producono un olio che contiene una sostanza antisettica, perciò non è il caso di usare il sapone.
  • Fate asciugare i capezzoli all’aria . Assicuratevi che i capezzoli si siano ben asciugati all’aria prima di coprirli. E non usate un paralatte con uno strato di plastica, perché li manterrebbe umidi.
  • Usate il vostro latte per guarire le ragadi del capezzolo. Il 95% dei casi di ragadi è provocato da un modo sbagliato di succhiare. Il dolore cessa appena risolvete il problema, ma la lesione può metterci un po’ di più a guarire. Per accelerare la guarigione fate asciugare bene i capezzoli all’aria dopo la poppata, poi spremete un po’ di latte e massaggiatelo sul capezzolo. Il latte di fine poppata è molto ricco di lubrificanti e contiene anche una sostanza antibiotica.
  • Attenzione ai dotti ostruiti. I canali del latte possono ostruirsi a causa di indumenti che stringono, o per l’anatomia della madre, o per la fatica, o perché c’è stato un periodo prolungato senza poppate. Un dotto ostruito può anche dare inizio ad un’infezione, se il problema non viene risolto rapidamente. Se avvertite nel seno una zona dura e dolorosa al tatto, liberatevene usando il calore. Massaggiate il seno cominciando dall’alto e scendendo pian piano con un movimento circolare. E’ importante, comunque, che il vostro bambino succhi spesso da quel lato: infatti la poppata del bambino aiuta a sgombrare il dotto più in fretta di qualsiasi altra cosa. Di solito nel giro di 24 ore è tutto a posto. L’intoppo può essere risolto prima ancora che ve ne accorgiate.

POSIZIONI PER ALLATTARE AL SENO

Abbiamo visto le diverse posizioni del bambino quando si allatta. Adesso vediamo quelle della mamma, seduta o sdraiata. Nel primo caso la schiena deve stare dritta, ben sostenuta, magari con l’aiuto di qualche cuscino, i piedi ben appoggiati a terra. La posizione sdraiata su di un fianco, invece, è da preferire se la mamma è affaticata e i primi giorni dopo il parto.

COME CAPIRE CHE SI STA ALLATTANDO BENE?

A farci capire che si sta allattando bene lo dice lo stesso bebè. Con alcuni gesti inequivocabili:
  • La sua bocca è sempre aperta, spalancata, e riempita dal seno
  • Il bambino succhia a lungo e in continuazione
  • Il mento del bambino sfiora il seno
  • Il labbro inferiore è rovesciato all’esterno e la lingua appoggiata al seno
  • Il bambino stringe tra le gengive non solo il capezzolo, ma buona parte dell’areola, la parte scura attorno al capezzolo
  • Durante la poppata il bambino si rilassa e allenta i pugni

COME SI INSEGNA A UN BAMBINO A POPPARE

Non esiste un metodo particolare per insegnare a un bambino a poppare: il gesto è talmente naturale che impara subito a farlo. Piuttosto offrite al bambino esclusivamente il seno, ed evitate succhiotti e tettarelle. Sono gingilli inutili, e possono provocare persino problemi di suzione, diventando così del tutto controproducenti.

QUANTO TEMPO DEVE DURARE UNA POPPATA?

Non esiste un tempo standard di durata della poppata: sicuramente non bisogna andare oltre i trenta minuti. E inoltre è il bambino a dirvi quando è sazio e potete interrompere: non c’è alcun motivo per forzarlo. Ricordate, piuttosto, che la parte finale della poppata è anche quella che offre al bambino la parte più grassa del latte. Il bambino sazio potrebbe esprimersi attraverso alcuni gesti: respinge il latte con la manina, chiude la bocca o gira la testa quando gli viene offerto il cibo, agita le manine oppure fa qualche versetto con la bocca.

COME CONTROLLARE SE IL LATTE MATERNO È SUFFICIENTE

Il controllo del latte materno, unico per  qualità e quantità, e della sua adeguatezza, va fatto in modo molto empirico. E senza ossessioni. Basta verificare il comportamento del bambino e l’andamento del suo peso: se l’umore è buono, dorme regolarmente, e il suo peso aumenta tra i 150 e i 200 grammi alla settimana, allora vuol dire che l’allattamento naturale sta procedendo alla perfezione.

CIBI PER AVERE LATTE DAL SENO

Purtroppo non esistono cibi che favoriscono la produzione del latte naturale. L’unica cosa certa è che la mamma, durante tutto il periodo dell’allattamento, deve bere almeno un paio di litri di acqua al giorno. E’ sempre l’acqua il nutriente fondamentale e la materia prima con la quale si forma il latte materno. Quanto ai cibi proibiti, anche in questo caso non esiste un elenco preciso. La mamma può tornare a una normale alimentazione, evitando soltanto il pesce crudo per non correre il rischio di qualche infezione. Assolutamente vietati durante tutto il periodo dell’allattamento alcol e fumo. Anzi: diciamo che l’allattamento è un ottimo momento per iniziare seriamente a smettere di fumare.

DIRITTI DELLE MAMME CHE ALLATTANO

L’allattamento al seno è una pratica talmente importante e vitale per il bambino e per la mamma, che con un’apposita legge del 2001 (la numero 161) i congedi, i riposi, i permessi, relativi alla maternità e alla paternità. Di figli naturali, adottivi e in affidamento.
In particolare vengono riconosciuti:
  • Congedo di maternità che significa l’astensione obbligatoria dal lavoro della mamma lavoratrice.
  • Congedo parentale che implica un’astensione facoltativa, della lavoratrice o del lavoratore.
  • Congedo per la malattia del figlio, con un’astensione facoltativa della mamma lavoratrice o del padre lavoratore in funzione di una malattia del figlio.
La donna che allatta ha comunque diritto  a 2 ore di riposo al giorno se il suo orario di lavoro è superiore alle sei ore; un’ora se invece è inferiore alle sei ore. Questo diritto raddoppia in caso di parto gemellare oppure quando la donna ha in affidamento o in adozione due o più figli.

RICETTE NATURALI DURANTE L’ALLATTAMENTO:

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