La spiaggia più bella d’Italia, nel Sud della Sardegna, la compra un’associazione ambientalista. È la prima volta che accade, speriamo non sia l’ultima (foto)

Siamo nell’area del comune di Domus de Maria, dove rientrano 4 ettari di spiaggia e di dune. Oltre 300 metri di arenile. Il proprietario vende, ma non accetta assegni di chi vuole fare affari. E sceglie il Gruppo di intervento giuridico

ACQUISTO DUNE DI CHIA

AMBIENTALISTI DUNE DI CHIA SARDEGNA

Domus de Maria è un piccolo comune nel Sud della Sardegna, poco più di un borgo, come quelli che piacciono tanto alla comunità di Non sprecare, uno scrigno con appena 1.669 abitanti. Al suo interno ci sono ex miniere dismesse ( un tempo una delle principali attività industriali dell’isola, poi tramontata), lo splendore del Monte Santo e le tracce di un’antica civiltà, quella dei fenici.

Ma il vero gioiello nel territorio di Domus de Maria è la baia di Chia, luogo fragile quanto unico al mondo, con le sue dune, la sua sabbia bianca, la sua spiaggia, il suo scenario incontaminato. Parliamo di un’area, la zona si chiama Su Giudeu, di 400 ettari, 300 metri di arenile, definita, dal timbro autorevole di Legambiente, la più bella spiaggia d’Italia.

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ACQUISTO DUNE DI CHIA

Che cosa accade in questo crocevia della Natura e del Bello, di qualcosa che tutti dovremmo difendere con i denti? Qualche investitore straniero, specie gli arabi che in Sardegna dilagano nel settore del turismo di lusso, comprando a suon di milioni di euro, spazi, alberghi e intere aree, ha messo gli occhi sulla baia di Chia. Che tra l’altro è super protetta dalle leggi, e quindi non può assolutamente essere trasformata e neanche ritoccata. Ma magari l’investitore del lusso potrebbe destinarla solo ai clienti dei suoi alberghi, recintandola.

Di fronte a questo rischio, e non è l’unico, si è fatta avanti un’associazione ambientalista, Gruppo di intervento giuridico, nata a Cagliari, dunque in Sardegna, ma ormai attiva in tutta Italia. La fortuna ha voluto che il proprietario della spiaggia e delle dune della baia di Chia, erede di una vecchia famiglia della zona, non si è lasciato incantare dal profumo dei soldi, ha rinunciato a offerte molto allettanti, e ha deciso di vendere il suo tesoretto al Gruppo di intervento giuridico per una cifra vicina ai 100mila euro. Soldi che gli ecologisti sardi raccolgono attraverso il crowdfunding.

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ambientalisti dune di chia sardegna

SARDEGNA DUNE DI CHIA

Racconta Stefano Deliperi, fondatore e presidente di Gruppo di intervento giuridico: «Siamo stati coraggiosi, ma anche molto fortunati. Il proprietario ci ha detto che “preferisce guadagnare meno, ma stare a posto con la coscienza”. E così siamo partiti a razzo…». Nel frattempo, il sindaco di Domus de Maria, Concetta Spada, un medico che ricopre questo incarico da diversi anni guidando una lista civica, si è messa di traverso dicendo che nell’area della baia di Chia ci sono beni demaniali, già super vincolati, e quindi nessuno può toccare nulla. Peccato però che nelle vicinanze, proprio a poca distanza dalla spiaggia e dalle dune, volevano costruire un albergo e un grande complesso turistico, e la lottizzazione, poi bloccata, era stata approvata già nel 1976.

Quello che più conta in questa storia, in ogni caso, è solo un fatto: per la prima volta un’associazione ambientalista acquista una spiaggia, con denaro contante, per proteggerla da qualsiasi rischio-speculazione, e per lasciarla a disposizione di tutti, e non di un club di fortunati visitatori.

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Capite bene che, con un precedente simile, può davvero cambiare la storia dell’ambientalismo in Italia e si aprono spazi molto importanti per azioni di partecipazione diretta dei cittadini che si battono per difendere il loro (e nostro) patrimonio di bellezze naturali e artistiche. Insomma, se l’Italia non ha ancora un partito dei Verdi solo paragonabile a quello, per esempio, in campo in Germania, per nostra fortuna abbiamo tanti uomini e innanzitutto tante donne che non stanno alla finestra di fronte agli scempi ambientali. E prima o poi qualcuno proverà anche a organizzarli, con una nuova,  grande rete nazionale in grado di partecipare alla battaglia politica come in Germania.

Le foto sono tratte dalla pagina Facebook CHIA L’ultimo Paradiso.

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