Anna Possi, 100 anni: la più anziana barista d’Italia

Ancora conosce e serve su misura i suoi clienti, uno per uno. Apre il bar sul lago Maggiore alle 7 del mattino e chiude solo 12 ore dopo

anna possi

La sua giornata è quella di sempre, quando era una giovane ragazza di trent’anni. Sveglia la mattina alle 6, il tempo di prepararsi e di sistemare la prima legna della giornata nella stufa, e per le 7 del mattino Anna Possi ha già alzato la saracinesca del suo bar a Nebbiuno, sul lago Maggiore.

Da questo momento va avanti a servire clienti per dodici ore filate, fino alle 19 di sera. Il bar Centrale, di fronte al palazzo dove ha sede il Comune, a Nebbiuno è un’autentica istituzione. Fu aperto da Anna e dal marito Renè nel lontano 1958, e da allora è diventato il locale più frequentato del piccolo centro. La coppia nella vita e negli affari è andata avanti alla morte di Renè, quando in paese tutti pensavano che Anna avrebbe ceduto la sua attività. E invece lei ha continuato, senza mai mollare e tenendo il suo bar aperto tutti i giorni, anche a Natale, Pasqua e il 1° Maggio. Gli unici giorni di chiusura sono stati quelli imposti dalla legge durante l’epidemia del coronavirus.

Ancora oggi, con estrema lucidità, Anna riconosce, saluta e serve secondo le rispettive esigenze, tutti i suoi clienti. Le piace conversare con loro e li considera tutti membri di un’unica famiglia. Con i più giovani le piace ricordare gli anni della Seconda Guerra Mondiale e della resistenza, quando vide trucidare un partigiano, proprio in un bar del paese. L’ultima volta è andata dal medico nel 2021, e alla fine non fa altro che prendere ogni giorno una mezza pasticca per la pensione. La sua vera medicina è la passione per il lavoro e la vita vera con i suoi clienti, che l’aiutano a vincere le due grandi malattie della vecchia: la solitudine e la noia.

L’immagine di copertina è tratta da La Repubblica/Torino

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