Nomofobia: l’ansia da cellulare che non squilla

Il panico nasce sentendo uno squillo mai arrivato. Oppure se dimentichi lo smartphone a casa. Poi c'è la paura di non essere rintracciabile

ANSIA DA CELLULARE

NOMOFOBIA

Hai la sensazione di sentire uno squillo. Un rumore inconfondibile del tuo cellulare o del tuo smartphone: qualcuno ti chiama, qualcuno ti cerca. E invece nulla, non c’è proprio nessuno che sta provando a mettersi in contatto con te. In America ormai la “ringxiety“, ovvero la sensazione di udire squilli che invece non esistono, è considerata una sindrome legata all’uso eccessivo della tecnologia che arriva perfino ad alterare le nostre percezioni psico-acustiche.

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RINGXIETY

Il suono del cellulare è tra i 1.000 e i 6.00 hertz, una frequenza alla quale l’orecchio umano è molto sensibile: paragonabile, per fare un confronto, al pianto di un bambino. Dunque facilmente riconoscibile. Con queste frequenze vengono, di solito, prodotte le suonerie dei telefonini. E allora come mai si sente un suono che non è mai esistito? Perché, a forza di considerare il cellulare o lo smartphone una protesi del nostro corpo, diventiamo schiavi, prigionieri di un suono che, se non arriva, dobbiamo auto-produrre. Questa è l’ansia da cellulare.

Ringxiety è conosciuta anche come “la sindrome dello squillo fantasma”. E si manifesta con autentiche nevrosi, come il voler controllare continuamente le chiamate in entrata e i messaggi, oppure con un uso sproporzionato dello smartphone, che non si abbandona mai. Alcuni studi hanno dimostrato che la ringxiety si associa a forme di narcisismo patologico, bassa autostima, insicurezza.

ANSIA DA CELLULARE

La nomofobia (NO Mobile Phone PhoBIA)  è considerata invece una malattia che si traduce in una vera e propria dipendenza dallo smartphone, la cui diffusione è esplosa in proporzione  al boom e alla moltiplicazione della piattaforme di social. Attacchi di panico, vertigini, tremori, sudorazione improvvisa: sono tutti sintomi evidenti che colpiscono le persone spaventate dal cellulare fuori uso, dalla mancanza di rete, o anche solo da un momentaneo isolamento. Secondo l’ente di ricerca inglesa Yougov più di 6 giovani  10, tra i 18 e i 29 anni, manifestano l’ansia da cellulare quando restano a corto di credito, non hanno copertura di rete, o si ritrovano con la batteria quasi scarica.

DIPENDENZA DA CELLULARE

La dipendenza da cellulare si manifesta attraverso alcuni  segnali che, quando diventano troppo frequenti, non vanno sottovalutati. Tutti declinati attorno a uno stato di ansia
  • L’ansia di non essere rintracciabile, di perdere i contatti, oppure di non riuscire a chiamare.
  • L’ansia di trovare staccato il telefonino dell’interlocutore. E magari di diventare geloso.
  • L’ansia di trovare libero, ma non ricevere risposta.
  • L’ansia di averlo dimenticato in qualche luogo e di non essere così rintracciabile.
  • L’ansia perché nessuno chiama.

TELEFONOFOBIA

La telefonofobia, infine, è un altro tipo di patologia legata allo spreco dell’uso compulsivo della tecnologia. In questo caso, prevalgono ansia e paura di fare e ricevere telefonate (o anche messaggi). Si diventa riluttanti,  ancora una volta si verificano fenomeni di sudorazione atipica e di aumento del battito cardiaco, e si tende a procrastinare qualsiasi tipo di conversazione con lo smartphone. Fino all’isolamento.

PICCO DI DOPAMINA

Ogni volta che controlliamo il telefono, il nostro organismo riceve una sorta di gratificazione, molto simile a quella del gioco d’azzardo. E in grado di creare un’analoga forma di assuefazione. Si genera un picco di dopamina e questo induce a cercare l’attività con sempre maggiore frequenza e insistenza, innescando, in caso contrario (quando il telefono non squilla oppure quando non siamo in grado di rispondere) sindromi di astinenza.

I MODI PER USARE BENE IL CELLULARE

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