Padre polacco, madre russa, un legame inscindibile con l’Italia e un profondo, autentico, incrollabile senso di libertà. Breve, e incompleta, descrizione del protagonista di una storia al contempo incredibile e paradigmatica, che parte dal litorale laziale, in un letto qualunque di una stanza qualunque.
Fregene, 30 dicembre 1999, la notte prima di quella di San Silvestro. Janus River, una carriera vissuta come impresario tra sport e spettacolo, decide di averne abbastanza, di voler cambiare vita. La sua rivoluzione parte proprio così: infilando 30 kg di oggetti personali (cambi di vestiario, documenti, oggetti da toeletta) in una borsa a spalla da viaggio, e pedalando.
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ANZIANO CHE GIRA IL MONDO IN BICI
L’ultima notte in un letto comodo e familiare, con cuscino e lenzuola, risale a venti anni fa: da allora Janus non è più riuscito a rientrare nella sua casa al mare. In compenso, però, devoto alla libertà, alla lentezza e al vivere senza peso, ha visitato 125 paesi e percorso 400 mila chilometri, dormendo sempre nel suo inseparabile sacco a pelo, in giacigli di fortuna, a casa di persone che lo ospitano o presso agriturismi, conventi e alberghi desiderosi di incontrarlo ed offrigli un punto di appoggio, che trova attraverso il passaparola o qualche telefonata alla sua fitta rete di contatti che ricevono, dal cicloturismo di Janus, pubblicità e popolarità sui social.
Canarie, Barcellona, la Norvegia,Crimea e Siberia, di nuovo l’Italia, sbarcando in Sicilia. E poi, ancora, Lago Maggiore,Toscana, Marche, Abruzzo, Campania e Lazio, puntando alla Calabria. Obiettivo, esserci entro la primavera, per poi imbarcarsi per il Venezuela su una bananiera per spostarsi nel Sudamerica. Con un unico bagaglio, una borsa a tracolla e la sua bicicletta.
Il viaggio intorno al mondo di Janus, infatti, è all’insegna del minimalismo e della semplicità: attitudine punk, pedala lentamente, avanza a piccole tappe di 20 chilometri, non ha mai cambiato bici, tiene in tasca sempre 3 euro circa, non di più, fa una dieta parca tendenzialmente vegetariana, con un piatto di pasta al giorno e mezzo chilo di frutta a cena. Alla fine del viaggio ha intenzione di devolvere tutti i suoi risparmi agli orfanotrofi della sua madrepatria, la Russia.
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JANUS RIVER
Janus River sembra non sentire la fatica, mosso dalla volontà di fare qualcosa che lasci il segno e da quell’irrefrenabile voglia di libertà e di oltrepassare i propri limiti che lo ha sempre accompagnato in tutta la vita. Da quando, a 26 anni, lascia la Russia per arrivare in Italia dopo tanti anni in Egitto. Per tanti anni lavora come manager nel mondo del calcio e dello spettacolo, tanto da stringere un legame con alcuni campioni, che sente ancora oggi, e con Aldo Biscardi, che lo ospiterà più volte sulle poltrone del suo Processo e a cui, recentemente, ha portato dei fiori nel cimitero di Larino, in provincia di Campobasso, dove è sepolto.
Cittadino onorario della città di Ortona, Janus, a 82 anni, dice di godere di ottima salute, durante questi 18 anni e più di pedalate intorno al mondo non ha mai avuto bisogno di un medico, e di non avere paura, sostituita da uno spirito avventuroso e libero. Ma, soprattutto, afferma di non volersi fermare, alzando l’asticella dei suoi obiettivi giorno dopo giorno.
Il prossimo? Arrivare in Cina nel 2028, a 91 anni. Solo a quel punto appenderà la bicicletta al chiodo, e ricomincerà a dormire nello stesso letto tutte le notti, magari a Bora Bora, dove intende andare in pensione.
(Immagine in evidenza tratta dal portale Vistanet.it // photocredits Vistanet.it)
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