LETZGO CARPOOLING –
Raggiungere la stazione ferroviaria, l’università o la casa di un amico facendosi dare un passaggio da uno sconosciuto. È il concetto di Letzgo il nuovo carpooling urbano che, a differenza del tanto contestato Uber, non ha costi di servizio e rispetta le leggi vigenti.
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L’app (disponibile sia per Android sia per iOS) mette in contatto in tempo reale il driver, e cioè chi ha un’auto e vuole condividere il suo viaggio all’interno della città, e i passeggeri. Così i membri della community possono condividere solo le spese di viaggio e possono anche scambiare due chiacchiere. Per ora il servizio è attivo a Milano, Torino e Genova, ma vuole estendersi anche ad altre regioni d’Italia.
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LETZGO COME FUNZIONA –
Le caratteristiche vincenti del servizio sono diverse. Innanzitutto, la semplicità: ci si registra gratuitamente al servizio via app e si cerca un passaggio sulla mappa dove si possono segnare i punti di partenza e di arrivo. In tempo reale l’app trova l’auto con posti liberi più vicini e invia la disponibilità del driver.
La sicurezza è garantita dal meccanismo di feedback e dalla selezione fatta tramite web da Letzgo, che controlla validità di patente e assicurazione. Allo stesso tempo, anche il driver può rifiutare la richiesta se il profilo del passeggero non lo soddisfa.
Il meccanismo è trasparente e conveniente, perché il percorso è definito prima di iniziare il viaggio e il rimborso suggerito è visibile prima di inserire la richiesta. Tuttavia, non esiste una tariffa fissa e il pagamento dei rimborsi avviene in via elettronica tramite l’applicazione con carta di credito o Paypal.
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COME NASCE L’IDEA –
L’idea di Letzgo è di Davide Ghezzi, classe 1974, che dopo la Bocconi e un MBA alla Columbia University di New York ha passato qualche anno nei paesi emergenti dell’Africa Sub-Sahariana con JPMorgan. E proprio lì ha deciso di investire nella sua idea di carpooling urbano.
“Se nei paesi dell’Africa Subsahariana vedevo pulmini che caricavano persone lungo il loro tragitto, a Milano rimanevo basito di fronte alle auto imbottigliate nel traffico – commenta –. Quasi tutte con un solo guidatore al volante e magari con lo stesso tratto di strada da fare. Un immenso spreco di tempo, soldi e energia sotto una cortina di smog. Fui folgorato durante la mia prima esperienza di carpooling a San Francisco e ora finalmente posso dire che anche l’Italia è all’avanguardia e ha Letzgo, in linea con tutte le direttive europee del carpooling”.
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Così Ghezzi ha presentato la sua idea di carpooling urbano alla fine del 2012 (il servizio si chiamava Ambrogio) e nel successivo anno e mezzo si è trasformata in Letzgo, grazie al contributo di un nuovo team, ma soprattutto con l’adattamento alle normative europee del carpooling con il supporto di un team di giuristi specializzati.
La passione per l’innovazione e l’energia sostenibile di Davide ha convinto anche il manager Luigi Pincelli, co-fondatore di Letzgo, che si è lasciato alle spalle la posizione di manager di multinazionali e si è lanciato in questa avventura. Ai soci Fabrizio Negro e Nicolò Jaselli si aggiungono altri professionisti come Chiara Bogoni, Francesco Fava e diversi collaboratori.
In meno di tre mesi dal lancio dell’applicazione è stato superato il traguardo dei mille iscritti come driver. Si tratta di privati cittadini che hanno deciso di conoscere persone nuove e mettersi a disposizione di chi non ha o non vuole guidare la macchina.
“Negli ultimi tre mesi la app Letzgo ha avuto un boom di adesioni e questo dimostra che noi italiani siamo in grado di offrire un servizio di mobilità sostenibile nel pieno rispetto della legge” conclude Ghezzi.
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