APP PER NON SPRECARE CIBO – A volte può capitare di ritrovarsi con il frigorifero pieno di alimenti freschi che, per un motivo o un altro, non riusciamo a consumare. Succede ad esempio nel caso in cui durante il week end esageriamo con la spesa al supermercato e poi in settimana non riusciamo a mangiare tutta la frutta e verdura comprata con il rischio di farla rovinare.
RATATOUILLE, L’APP PER CONDIVIDERE IL CIBO – Ed è proprio per trovare una soluzione a questo problema piuttosto frequente che, un gruppo di quattro amici veneti non ancora trentenni, Giorgia, Matteo, Luca ed Elena, hanno sviluppato un’applicazione che permette ai singoli cittadini di condividere il cibo avanzato in casa.
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COME FUNZIONA L’APP RATATOUILLE – Un vero e proprio frigorifero virtuale Ratatouille, questo il nome dell’app al momento disponibile solo per iPhone ma presto anche per Android, all’interno del quale è possibile indicare i prodotti in eccesso che si vuole donare.
Attraverso la geolocalizzazione, l’app permette inoltre di visualizzare su una mappa i frigoriferi più vicini a noi. L’obiettivo è quello di scambiare il cibo in eccesso con i propri vicini di casa, anche grazie alla messaggistica istantanea.
Per ogni alimento messo in condivisione è possibile indicare la data di scadenza e gli orari e i giorni in cui gli utenti possono passare a ritirarlo.
Un’applicazione dall’interfaccia semplice e curiosa che cerca di reimpiegare in modo positivo anche l’iperconnessione che ci coinvolge ogni giorno mettendola al servizio di un’esigenza concreta: il non spreco di cibo.
A CHI SI RIVOLGE L’APP RATATOUILLE – Lanciata ufficialmente il 6 maggio scorso, Ratatouille si rivolge non solo a tutti i consumatori attenti all’ambiente ma anche agli ostelli della gioventù e alle case degli studenti, strutture in cui c’è già l’usanza di mettere in comune il cibo avanzato. E non solo, l’app Ratatouille potrebbe rivelarsi un servizio utile anche per i piccoli produttori a km zero e per la grande distribuzione che potrebbe così smaltire le eccedenze abbattendo le spese.
Un buon modo infine, anche per recuperare quel rapporto di vicinato che nelle grandi città si sta perdendo, per socializzare e portare avanti buone pratiche.
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