Morte e resurrezione. E innanzitutto la consapevolezza che con le proprie forze si possono affrontare le più gravi calamità, e uscirne più solidi di prima. Il mito dell’araba fenice affonda le sue radici nell’antichità, a partire dai culti degli egizi, quando i popoli avevano la necessità di aggrapparsi ad alcuni miti per trovare le energie necessarie per reagire alle avversità della storia. E oggi l’araba fenice, con la lunga pandemia che stiamo affrontando, è un mito molto moderno e attuale.
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ARABA FENICE
Si tratta di un uccello mitologico il cui nome, come spiega l’Enciclopedia dei simboli di Hans Biedermann, deriva dal greco “Φοῖνιξ”, termina che significa “rosso”, colore riconducibile al fuoco e alla leggenda che vede rinascere la fenice dalle fiamme purificatrici.
- Numerose civiltà antiche ne parlano, a partire dagli Antichi Egizi, da cui veniva raffigurata con la corona Atef o con il disco solare. Alla sua origine troviamo però l’uccello sacro Benu.
- Nell’Antica Roma era il simbolo dell’energia vitale dell’Impero.
- La Chiesa la associò all’anima immortale e alla resurrezione di Gesù.
- Nell’Antica Cina corrispondeva all’uccello chiamato Fenghuang, nel quale yin e yang risultavano in armonia.
ARABA FENICE SIGNIFICATO
Il suo significato è associato alla morte-rinascita, alla resurrezione, all’immortalità. Si dice infatti che la fenice risorga dalle proprie ceneri e da sempre le si attribuiscono grande forza e alle sue lacrime addirittura capacità curative.
In senso lato sta a simboleggiare la capacità di rialzarsi dopo le fasi di difficoltà, i fallimenti, le cadute. Capacità tipica delle persone resilienti. Pur affondando le radici nell’antichità, è un mito quanto mai moderno, da cui dovremmo lasciarci ispirare per risorgere più forti che prima.
ARABA FENICE LEGGENDA
Una delle leggende che la vede protagonista racconta che l’araba fenice nacque in cima al sacro salice di Heliopolis. Viveva vicino a una sorgente d’acqua in un’oasi del deserto in Arabia ma di tanto in tanto tornava a Heliopolis posandosi sull’obelisco del santuario cittadino.
Ogni 500 anni costruiva un nido sopra a un albero utilizzando piante balsamiche, vi si adagiava sopra e attendeva di essere bruciata dai raggi del sole. Poi, una volta morta, dalle ceneri risorgeva.
COME RISORGE L’ARABA FENICE DALLE CENERI?
Secondo la leggenda dalle ceneri emerge un uovo che, grazie al calore dei raggi solari, cresce molto rapidamente facendo nascere la nuova fenice nel giro di 3 giorni. Una volta spiccato il volo, l’uccello mitologico raggiunge Heliopolis e ricomincia la sua lunga vita, che dura addirittura 500 anni.
ARABA FENICE E TATUAGGI
Nei tatuaggi la fenice rappresenta:
- il cambiamento
- la capacità di rialzarsi dopo un periodo difficile
- la rinascita.
Significati che contribuiscono alla sua popolarità insieme al suo aspetto elegante e maestoso, dovuto soprattutto al piumaggio e alla presenza dell’elemento fuoco.
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ARABA FENICE FRASI
Poeti, scrittori, artisti hanno dedicato frasi e pensieri a questo uccello mitologico, simbolo per eccellenza di rinascita. Ecco una selezione delle più belle e significative.
Iniziamo con una frase di Goethe che paragona le passioni alle fenici. Non appena sono vecchie e non ci appassionano più, ne sorgono dalle ceneri di nuove ed entusiasmanti.
- Le nostre passioni sono vere e proprie fenici. Come la vecchia è bruciata, subito la nuova esce dalle ceneri.
(Goethe)
L’uccello mitologico fa la sua comparsa anche in Harry Potter, descritto come un animale affascinante e in grado di trasportare carichi pesanti, quindi di essere molto forte e resiliente. Nonché fedele.
- Vedi, Harry, Fanny è una fenice. E le fenici, quando è arrivato il momento di morire, prendono fuoco… e poi rinascono dalle loro stesse ceneri..Creature affascinanti le fenici. Possono trasportare carichi molto pesanti, le loro lacrime hanno poteri curativi e, come animali domestici, sono fedelissimi.
(JK Rowling, Herry Potter e la camera dei segreti)
Della Fenice ne parla anche Erodoto scrivendo:
- Un altro uccello sacro era la Fenice. Non l’ho mai vista coi miei occhi, se non in un dipinto, poiché è molto rara e visita questo paese (così dicono ad Eliopoli) soltanto a intervalli di 500 anni: accompagnata da un volo di tortore, giunge dall’Arabia in occasione della morte del suo genitore, portando con sé i resti del corpo del padre imbalsamati in un uovo di mirra per depositarlo sull’altare del dio del Sole e bruciarli.
(Erodoto)
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