Un ospedale pediatrico unico in Italia: immerso in un’area di 16 mila metri quadrati di verde, l’Hospice “L’arca sull’albero” di Bologna accoglie i pazienti, con le loro famiglie, da 0 a 18 anni. Bambini e giovani che hanno malattie molto complesse da curare, o anche inguaribili, e potrebbero restare in degenza anche per alcuni anni, fino alla morte.
Il progetto, portato a termine nel giugno del 2024, è stato firmato dalla studio dell’architetto genovese Renzo Piano, mentre l’équipe multidisciplinare di specialisti che operano “nell’Arca sull’albero” sono stati formati attraverso corsi specifici, master universitari e tirocini, organizzati dall’Accademia di Medicina Palliativa, braccio didattico della Fondazione Hospice MariaTeresa Chiantore Seràgnoli Onlus. Nell’ospedale pediatrico bolognese interagiscono tre popolazioni diverse: bambini con malattie gravi, adulti che accompagnano i piccoli, che possono risiedere nel complesso e, infine chi cura (medici e personale sanitari). Tutti insieme sulla stessa arca, per parafrasare il nome scelto per un luogo così speciale.
L’obiettivo, anche considerando i tempi lunghi dei protocolli che vengono applicati, è quello di andare ben oltre la cura e le terapie, per dare ai bambini la possibilità di giocare nel verde, di sentirsi in un ambiente ospitale, protetto, accogliente e caldo. A differenza delle corsie alle quali sono abituati i pazienti ricoverati negli ospedali.
La struttura, accreditata dalla Regione, prevede la presenza di posti letto ed è organizzata con 14 camere di degenza singole con letto per caregiver e terrazza coperta e 8 appartamenti destinati alle famiglie dei degenti. Nell’area ambulatoriale trovano spazio 7 ambulatori multidisciplinari e un “Ark day”, cioè il servizio di assistenza in regime diurno. Sono inoltre presenti un’area di medicina fisica e riabilitativa, l’area meditativa e una sala dedicata al commiato.
Le tipologie di ricovero previste sono quattro: ricoveri intermedi ospedale-domicilio e/o domicilio-domicilio, che si richiedono nel passaggio dall’ospedale al domicilio per addestrare il caregiver che si occuperà del paziente dopo l’assistenza ricevuta in ospedale; ricoveri per periodi di sollievo, previsti per alleggerire il carico psicologico e assistenziale delle famiglie e per supportarle nella gestione di eventuali momenti critici al di fuori dei programmi di competenza del servizio territoriale; ricoveri di consulenza per migliorare il quadro clinico del paziente, per gestire situazioni critiche a causa del dolore e di altri sintomi difficilmente controllabili; ricoveri di fine vita, ove richiesto dalla famiglia, per accompagnare il paziente nelle fasi finali della malattia e garantire un adeguato supporto anche psicologico al paziente e ai suoi caregiver.
(Credits immagini: sito Regione Emilia Romagna)
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