Da venti anni, Gonzalo Cardona Molina, El Gonza, come lo chiamavano i suoi colleghi, si dedicava giorno e notte ai “suoi” pappagalli: chiamandoli per nome, sapendo persino quando sarebbero migrati o tornati. Una vita spesa per sottrarre al pericolo dell’estinzione piccoli pappagalli endemici delle Ande Centrali, i pappagalli detti “guancegialle”, considerati estinti fino a essere ritrovati in Colombia nel 1999.
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IL GUARDIANO DEI PAPPAGALLI
E così, Cardona Molina aveva iniziato un lavoro lento e graduale di conservazione e ripopolamento di questi piccoli uccelli, al punto che il numero di esemplari di Ognorhynchus icterotis, loros orejiamarillos in spagnolo, è passata dagli 81 esemplari del 1999 ai 2.895 dello scorso dicembre. Nell’ultimo anno, infatti, Gonzalo aveva lavorato proprio al censimento nazionale del pappagallo dalle orecchie gialle e del pappagallo dalle ali indaco, un’altra specie catalogata come in pericolo critico di estinzione. Nel mese di dicembre aveva spento il suo computer alla Fundación ProAves, dove lavorava, proprio sul censimento di questa specie di pappagalli in pericolo, e aveva lasciato Roncesvalles, il suo paesino d’origine, per andare a trascorrere le vacanze natalizie dalla famiglia a Circasia. Lo scrive il quotidiano El Tiempo, specificando che dopo quella sera nessuno lo aveva più visto tornare. Alcuni giorni dopo sua moglie aveva ricevuto una telefonata in cui le si intimava di non cercarlo mai più.
Intanto è stata avviata un’inchiesta per omicidio: il corpo dell’ambientalista 55enne è stato ritrovato sulla strada tra Barragan a Roncesvalles, nella zona rurale di Tuluá nel municipio di Valle, con due colpi di pistola in pieno petto. Quel tratto di strada è noto perché frequente teatro di conflitti e azioni armate al centro delle operazioni delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC) che non hanno sottoscritto l’Accordo di Pace con il governo. Non è stata fatta alcuna ipotesi riguardo l’omicidio, tuttavia nello stesso articolo, il quotidiano colombiano ha rivelato che sono stati nominati due investigatori del grupo especial itinerante per accelerare le indagini. Non pare che Molina avesse ricevuto particolari minacce, anche se alcuni amici del Gonza sono pronti a giurare che degli amici dell’ambientalista hanno denunciato che negli ultimi mesi alcuni uomini armati lo avevano avvertito che non poteva circolare nella Reserva ProAves Loros Andino, proprio nel suo paese natale.
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GONZALO CARDONA MOLINA
Ma a chi poteva mai dare fastidio un uomo così pacifico, impegnato e, soprattutto, apparentemente disinteressato alla politica, come Gonzalo Molina? Forse proprio a chi, di quei territori della Cordillera Central de Roncesvalles, habitat naturale dei pappagalli dalle orecchie gialle, faceva terreno di sparatorie e battaglie. Eppure Molina non ha mai smesso di proteggere sia i “suoi” uccelli che il loro habitat, in modo carismatico e in un momento di pericolo e incertezza, l’importante è che i pappagalli fossero al sicuro. Le bande non hanno mai compreso come fosse possibile dare priorità alla salvaguardia delle palme di cera, loro luogo di elezione per nidificare, solitamente in una cavità naturale che si trova a 24 – 30 metri da terra. O come fosse possibile dedicare giornate a ricreare nidi artificiali, fortunatamente occupati volentieri dai pappagallini. Una strategia di conservazione adottata da ProAves, indicata da Molina, che ha notevolmente aiutato la ripopolazione degli esemplari. Non solo: l’opera di Gonzalo si era rivolta anche verso le attività educative e di informazione. Dalle campagne sui media, ai festival, dai laboratori ecologici a un “autobus pappagallo” dipinto a colori vivaci, una sorta di aula su ruote per sensibilizzare sull’importanza di proteggere i pappagalli più di 150.000 bambini disseminati in tutto il paese. Il lavoro incessante del primo ambientalista ucciso del 2021 ha dato una forte impronta alla creazione del Threatened Parrot Corridor, più di 18.000 acri di habitat essenziale per il pappagallo dalle guance gialle e altre 4 specie di pappagalli in imminente pericolo di estinzione.
Gli attivisti di tutto il mondo, i colleghi e i semplici ammiratori del suo operato piangono il guardiano dei pappagalli, assassinato in una Colombia che si conferma uno dei luoghi più pericolosi al mondo per chi lotta per l’ambiente. Ma Gonzalo, come sottolinea anche la rivista Forbes, vive nelle ali di ogni pappagallo che ha contribuito a salvare. Lo afferma anche Sara Ines Lara, direttrice esecutiva della Fundación ProAves, in una nota: «Senza di lui non ci sarebbero pappagalli dalle guance gialle. Abbiamo lavorato fianco a fianco per 22 anni e sono molto grata per il tempo che ha dedicato a ProAves. Gonzalo ha sempre instillato in noi il suo amore incondizionato per la natura e ci ha insegnato che bisogna amare l’ambiente».
(Immagine in evidenza tratta da Forbes // Photocredits: Forbes- Fundación ProAves)
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