Il mercato dei prestiti bancari è rimasto in declino per tutto il 2012 e 2013, ma c’è un dato che va in controtendenza ed è quello delle assicurazioni stipulate a protezione del credito ottenuto. La crisi infatti spinge molti a tutelarsi dall’evenienza di non poter più far fronte al rimborso delle rate, ma convengono davvero queste assicurazioni?
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Anzitutto, il costo complessivo del prestito personale aumenta, e il suo impatto dev’essere specificato nel Taeg. C’è da dire tuttavia che non si tratta di polizze obbligatorie, se non per la cessione del quinto dello stipendio. D’altra parte, è pur vero che le polizze rappresentano un fattore di sicurezza anche per il singolo. La polizza vita, per esempio, assicura in casi di decessi improvvisi o invalidità permanente.
La polizza impiego, invece, salvaguarda dai casi di forza maggiore, come licenziamento improvviso o fallimento della società per cui si lavora. Inoltre, una polizza non esclude l’altra. Nei casi previsti da ciascuna assicurazione, saranno coperte le rate rimanenti interamente in caso di morte oppure verrà fornita una quota del totale in base all’importanza dell’evento accaduto.
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Sta allora al singolo decidere se tutelarsi. Un costo minore del capitale in prestito danneggia di meno i risparmi, ma un capitale assicurato fornisce una certezza, un elemento di sicurezza per il consumatore rispetto agli imprevisti della vita. Non bisogna però dimenticare che il costo dell’assicurazione varia sulla base delle garanzie previste e, quindi, la modalità di tutela con il relativo costo può essere gestita convenientemente se valutata con la dovuta attenzione.
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