Non sono eroi, ma certo cittadini coraggiosi che rischiano ritorsioni della malavita e sfidano in prima persona, senza nascondersi dietro il dito delle cose impossibili, lo strapotere dei clan. Non sprecano la loro vita. I volontari dell’Associazione Fai Ercolano hanno fatto un vero miracolo, contribuendo con le loro denunce a una serie di azioni delle forze dell’ordine e della magistratura in uno dei territori più inquinati d’Italia. Dove le vere industrie locali si chiamano racket e usura.
ASSOCIAZIONE FAI ERCOLANO PER LA LEGALITÀ
Quella di Ercolano, è un’associazione che fa parte della rete della Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura italiane (Fai). Sono 55 in tutta Italia, e il loro uomo-simbolo è Libero Grassi, piccolo imprenditore siciliano ucciso da Cosa Nostra per essersi opposto alla richiesta del pizzo. Nel Fai di Ercolano sono entrati innanzitutto i commercianti della cittadina campana, schiacciati dalle richieste del pizzo e dai finanziamenti in nero, con tassi di usura, da parte di piccoli banchieri della malavita organizzata della zona.
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ANTIRACKET ERCOLANO
L’Associazione di Ercolano, collaborando con le forze dell’ordine e con la magistratura, ha dato un contributo decisivo all’arresto di 500 camorristi della zona: 44 sono già stati condannati all’ergastolo. Ma non c’è solo la denuncia nell’attività di questa straordinaria associazione. I suoi volontari vanno nelle scuole, organizzano marce e convegni e hanno una pagina Facebook attiva e aggiornata. Dove accanto alle auto bruciate da qualche di qualche camorrista che ancora prova a impaurire i commercianti di Ercolano, ci sono anche le notizie con gli arresti dei criminali. Giorno per giorno.
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Nell’immagine di copertina: Libero Grassi. Fonte: La Sicilia
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