ASSOCIAZIONI PER PIANTARE ALBERI
Mauro Silenzi è diventato il giornalaio più green d’Italia. Nella sua storica edicola nel cuore di Porta Portese non si vendono soltanto giornali, cartoline e biglietti per la metropolitana: si adottano alberi. E con una donazione di 100 euro ogni abitante del quartiere può piazzare una targhetta, con tanto di dedica, per ricordare la sua generosità. In pochi mesi Silenzi, con l’associazione «La voce di Porta Portese» che ha sottoscritto un protocollo con la Direzione Giardini di Roma, è riuscito a piantare 110 alberi, dai peri da fiore agli aceri fino ai platani, e in base all’accordo dovrà garantire, per almeno due anni, che siano regolarmente annaffiati. «Siamo partiti per indignazione – racconta Mauro Silenzi – Il municipio ha fatto dei lavori di riqualificazione della zona, ma sugli alberi, che pure erano compresi nell’appalto, ha deciso di alzare le mani, dicendo che i soldi erano finiti. Non potevamo accettare di vivere in un deserto di cemento, così è partita la nostra avventura e, visti i risultati, abbiamo deciso di non fermarci più…». Il format di Porta Portese si è allargato a macchia d’olio in altri quartieri romani (Parioli, Salario, Testaccio, Trastevere), e per la prima volta, grazie ai cittadini, a proposito di verde urbano non si parla solo di come eliminare 82mila dei 330mila alberi della Capitale. Troppo vecchi e troppo trascurati negli ultimi anni.
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CITTADINI CHE PIANTANO ALBERI
Gli alberi nelle città italiane sono stati le principali vittime della manutenzione cancellata, per mancanza di fondi e di personale, ma anche perché potare o piantare una pianta non porta voti. Da qui, mentre a ogni acquazzone assistiamo a qualche fusto che crolla, si è messa in moto, dal basso e quasi spontaneamente, la macchina del verde pubblico fai-da-te. A Milano sono stati firmati circa 500 accordi con associazioni e singoli gruppi di residenti per piantare alberi e curare aree verdi.
BOLOGNA
A Bologna con il progetto Gaia, finanziato anche con fondi europei, alcune aziende del territorio hanno fatto marketing in chiave di sostenibilità, partecipando alla piantumazione di 1.500 alberi. Poi sono scesi in campo i cittadini, con il progetto Radici, per raccogliere soldi con il crowdfunding per l’acquisto delle piante e per occuparsi della loro gestione. Come? Ricevendo dal comune la quota per la manutenzione del verde destinata alla zona adottata e integrandola con piccole donazioni. «E’ una formula che pensiamo di espandere il più possibile, in quanto rappresenta un punto di equilibrio tra i cittadini che si impegnano in modo diretto per il verde urbano e il comune che non può lavarsi le mani e lasciare tutto in mano ai privati» spiega Giovanni Fini, coordinatore dell’area Qualità ambientale del comune di Bologna.
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FIRENZE
Anche a Firenze la combinazione pubblico-privato è stata realizzata separando i ruoli. I soldi per riqualificare aree verdi in tutti i quartieri della città, 480mila euro, li ha messi la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze; i 13 progetti approvati ed eseguiti, dopo un bando pubblico, sono stati portati a termine da associazioni e gruppi di abitanti di ogni zona; la regia, che ha compreso anche percorsi didattici per le scuole, è restata nelle mani del comune. Che adesso dovrà farsi carico, con i suoi mezzi, della manutenzione dei nuovi alberi e dei nuovi spazi verdi.
SASSARI
A Sassari invece è stato un ragazzo diciassettenne, Giovanni Atzeni, premiato da Sergio Mattarella con il titolo di «Alfiere della Repubblica», a piantare, sotto le insegne dell’associazione internazionale Plant for the Planet, centinaia di alberi regalati dall’Agenzia Forestale regionale.
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PIANTARE ALBERI IN CITTÀ
L’Italia non è certo come lo stato indiano di Madhya Pradesh, dove in appena 12 ore, come segnala il Guinness dei primati, sono stati piantati 66 milioni di alberi, ma nel puzzle territoriale dei vari interventi a favore degli alberi, c’è un incipit comune che sta crescendo, anche come pratica di una cittadinanza più moderna e più concreta: il verde siamo noi. Tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa. Sapendo che, anche il più piccolo degli investimenti in una pianta, ha un peso enorme, perfino finanziario. Uno studio dell’università Parthenope ha calcolato che un chilometro quadrato di alberi nelle nostre città vale 1,2 milioni di dollari, la somma economica delle più importanti proprietà di queste piante all’interno dell’area urbana. Eliminano sostanze inquinanti, assorbono C02, diminuiscono il deflusso di acqua piovana nelle fogne. Per non parlare di un altro beneficio rilevato a Melbourne, dove gli amministratori locali sono riusciti a piantare 3mila alberi all’anno: al termine del piano, il tasso degli omicidi è crollato al 3,1 ogni 100mila abitanti, contro una media mondiale del 6,2. Dunque, i nostri alberi valgono oro e non sono proprietà privata, ma sempre più appartengono a tutti noi.
(Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook di Riju Bafna, dipendente dell’Indian Administrative service che ha documentato l’evento sul suo profilo)
Nell’immagine di copertina: Mauro Silenzi (Fonte: Corriere della Sera)
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