Sigarette elettroniche non sono innocue

Ci sono pro e contro, ma una cosa è certa. contengono 132 sostanze pericolose che possono danneggiare cuore e polmoni. Specie se si diventa fumatori duali

cosa sapere sulla sigaretta elettronica
Non si fuma, si “svapa”, con una quantità minima di nicotina (dai 6 ai 20 microgrammi) rispetto alla sigaretta tradizionale. E in questo modo si riduce la dipendenza dal fumo e ci si dovrebbe avviare verso la quota “zero sigarette”. L’utilità della sigaretta elettronica è tutta in questa formula, dalla quale dipende la risposta alla domanda fondamentale: è vero o è falso che la e-cig sia la soluzione contro lo spreco della salute dovuto al fumo?

Origini

La sigaretta elettronica è stata inventata nel 2003 dal farmacista cinese Hon Lik: da quel momento è entrata in commercio, prima nel continente asiatico, e poi, nel 2006, anche in Europa. Oggi che la e-cig è diventata  un oggetto di largo consumo, più che mai resta al centro di due grandi interrogativi. Siamo sicuri che non sia dannosa? Aiuta davvero a smettere di fumare? Due domande importanti, alle quali siamo in grado di dare risposte precise, per oltre 1 milione di uomini e donne che la utilizzano, e anche i quasi 12 milioni di italiani che fumano ancora le sigarette tradizionali, e magari, in alcuni casi, hanno voglia di smettere.

L’oggetto del desiderio per tutti coloro che desiderano smettere di fumare, infatti, è proprio la sigaretta elettronica, anche detta e-cig, un dispositivo a forma di penna progettato per ridurre la dipendenza dai tabacchi lavorati, quali sigarette, sigari e pipe. L’obiettivo, a lungo termine, per chi si avvicina al mondo della e-cigarette, è quello di smettere di fumare, sostituendo anche a livello psicologico la sigaretta tradizionale. A differenza di tanti altri dispositivi medici o farmaceutici per smettere di fumare, come le gomme da masticare a base di nicotina o i cerotti, la sigaretta elettronica è concepita proprio per assomigliare alla sigaretta nelle mimiche e nelle percezioni sensoriali della combustione, venendo in aiuto dei fumatori abituali anche nei momenti di convivialità, nei quali, si sa, è molto più difficile resistere alla voglia di fumare

Chi la usa in Italia

Secondo uno studio condotto dagli esperti dell’Istituto di fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, il bacino di consumatori delle sigarette elettroniche in Italia è diventato enorme. Il 55 per cento dei giovanissimi tra i 13 e i 15 anni le ha provate; almeno il 40 per cento degli studenti le ha fumate nel corso della propria vita; e il 37 per cento dei giovani italiani le ha sperimentate nel corso del 2024. Numeri allarmanti, e gonfiati anche da una frenetica attività sui social degli influencer che spingono i coetanei all’uso  di sigarette elettroniche.

In Rete abbondano, infatti, i forum e i siti dedicati allo svapo, nonché i negozi online dove acquistare l’occorrente per iniziare a utilizzare la e-cig, tanto che anche la normativa sulle sigarette elettroniche è stata aggiornata per stare al passo con i tempi per tutelare la salute degli svapatori, con precise linee guida sui liquidi e i componenti, e la tutela della salute anche dei non fumatori.
Chi si era avvicinato al mondo dello svapo anche attratto dalla possibilità di poter fumare nei luoghi pubblici ed eludere il divieto di fumo, deve però ricredersi: il divieto di svapo è a discrezione dei gestori di locali e dei responsabili degli uffici, e in luoghi come ospedali, scuole o in presenza di bambini è severamente vietato utilizzare la sigaretta elettronica.

In Rete abbondano, infatti, i forum e i siti dedicati allo svapo, nonché i negozi online dove acquistare l’occorrente per iniziare a utilizzare la e-cig, tanto che anche la normativa sulle sigarette elettroniche è stata aggiornata per stare al passo con i tempi per tutelare la salute degli svapatori, con precise linee guida sui liquidi e i componenti, e la tutela della salute anche dei non fumatori. Chi si era avvicinato al mondo dello svapo anche attratto dalla possibilità di poter fumare nei luoghi pubblici ed eludere il divieto di fumo, deve però ricredersi: il divieto di svapo è a discrezione dei gestori di locali e dei responsabili degli uffici, e in luoghi come ospedali, scuole o in presenza di bambini è severamente vietato utilizzare la sigaretta elettronica.

Pro e contro

Tuttavia, la questione che tiene banco è quella relativa alla salute. La sigaretta elettronica, fa bene o fa male? E aiuta davvero a chi vuole smettere o ridurre il fumo? Prima di addentrarci nel tema, facciamo chiarezza su com’è fatta, come funziona e cosa inaliamo quando svapiamo. Il principio è semplice: la e-cig ci permette di fumare senza combustione di carta e tabacco, i principali responsabili dell’inalazione di sostanze cancerogene. Questo accade perché la batteria della e-cig riscalda la resistenza, la quale a sua volta scalda il liquido che produce vapore. Il vapore è quello che fa la differenza, perché può contenere nicotina o essere composto solo da glicerolo e aromi. Il Ministero della Salute ha definito bene come vanno prodotti questi liquidi per non essere nocivi o comunque impattare nel minor modo possibile sulla salute degli svapatori.

I primi studi sulla nocività della e-cig si sono concentrati sulla valutazione del vapore emesso, mentre oggi ci si sta concentrando sul cosiddetto particolato, le sostanze disciolte nel liquido da svapare. Oltre alla nicotina liquida, sostanza velenosa, vi si trovano disciolti metalli come argento e nichel. Ma anche titanio o cromo, come si legge da uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science.

Le sostanze pericolose che contengono

Nei congegni elettronici delle e-cig si contano 133 sostanze pericolose, delle quali 107 sono classificate come cancerogene, 32 mutagene (in grado di modificare la composizione genetica della cellula), 20 tossiche per la riproduzione e 60 in grado di modificare l’equilibrio ormonale. Parliamo di metalli tossici, come cromo, nichel e titanio. Diacetile che può creare enormi problemi ai polmoni. Composti organici volatili, che possono danneggiare il fegato e i reni. Monossido di carbonio, dannoso per il cuore. Nitrosammine che possono danneggiare il Dna. Acroleina e benzene, pericolosissimi per i polmoni e per il sistema circolatorio.

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Rischi della sigaretta elettronica

Quindi, anche se l’esposizione agli idrocarburi policiclici aromatici prodotti della combustione, nonché sostanze con un elevato grado di tossicità e potenziale cancerogeno, è assente, rendendo la sigaretta elettronica molto meno pericolosa della sigaretta tradizionale, ciò non significa che la e-cig sia priva di rischi.Anzi. Sicuramente la e-cig non è cancerogena ai livelli della sigaretta tradizionale, ma anche l’AIRC mette in guardia gli svapatori: oltre al particolato, restano pericolose alcune sostanze che rientrano negli ingredienti del liquido, come il glicole propilenico. Il glicole è usato da tempo, per esempio, nei fumogeni impiegati nell’industria del cinema e nei concerti pop, ed è considerato generalmente sicuro, anche se alcuni studi indicano che l’inalazione prolungata potrebbe dare origine a irritazione delle vie aeree, tosse e in casi molto rari asma e riniti.

Uno studio  della Società americana di fisiologia indica in circa 7000 gli additivi dei liquidi per lo svapo da controllare per escludere tossicità per i polmoni.

Il parere degli esperti

Si può concludere che le sigarette elettroniche sono meno dannose per l’organismo delle sigarette tradizionali, ma non sono completamente innocue: è oggi ampio il consenso sul fatto che in confronto al consumo tradizionale di prodotti del tabacco le sigarette elettroniche assicurano una riduzione del danno significativa per il fumatore e per chi gli vive accanto, e la  Cancer Research UK ha confermato che l’abbandono della sigaretta tradizionale a beneficio di quella elettronica comporta a distanza di soli sei mesi una riduzione significativa delle sostanze cancerogene presenti nell’organismo. Un’altra autorevole voce a favore della sigaretta elettronica era quella di Umberto Veronesi, che si oppose alla bocciatura da parte dell’OMS della e-cig, insieme ad altri autorevoli pareri. Addirittura, arrivò ad affermare che, se riuscissimo a togliere il tabacco dalle sigarette, come accade in quelle elettroniche, il cancro al polmone scomparirebbe.

Ma dall’appello di Veronesi a favore della e-cig è passato molto tempo, e intanto la ricerca per esaminare tutte le conseguenze di questa alternativa alla sigaretta tradizionale è andata avanti, l’orizzonte temporale per esaminare i suoi effetti si è allungato, e i risultati sono quasi sempre a sfavore del cambiamento. L’ultimo studio sulle sigarette elettroniche arriva dal Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Valencia, in Spagna, guidato dalla professoressa Maria Jesus Sanz. Le conclusioni sono piuttosto pesanti sui rischi dello “svapare”. Aumenta i rischi di infiammazioni sistemiche, porta a complicazioni respiratorie e cardiovascolari. Altrettanto severo è il giudizio, rilasciato nell’aprile del 2021, dal Comitato scientifico della Commissione europea chiamato a valutare i rischi emergenti sulla salute pubblica dei paesi dell’Unione. Qui si parla di “danni irritativi alle vie respiratorie a un livello moderato ma in crescita“; di “effetti nocivi sul sistema cardiovascolare” e, cosa più grave, di “moderati rischi di cancerogenicità per le vie respiratorie esposta a lungo termine a sostanze come formaldeide e acetaldeide“.

La sigaretta elettronica fa smettere di fumare?

 

Quanto all’aiuto sostanziale che la sigaretta elettronica può dare per smettere di fumare, bisogna guardare alla realtà dei fatti, e dei numeri, senza lasciarsi ingannare dal doppio gioco, piuttosto torbido, fatto da entrambe le parti, da chi considera la e-cig un elisir e da chi invece tenta di demolirla a priori, magari per interessi commerciali.

Che cosa dicono fatti e numeri? Sicuramente la sigaretta elettronica è al momento il metodo più efficace per smettere di fumare: funziona con migliori risultati, per esempio, rispetto al cerotto e all’agopuntura. Ma il problema è un altro. In Italia abbiamo 11,7 milioni di fumatori di sigarette tradizionali, dei quali ben il 65 per cento provano a smettere, quasi sempre con risultati deludenti. I fumatori di sigarette elettroniche invece sono 1 milione e 300mila uomini e donne, dei quali il 67,8 per cento però fumano anche sigarette tradizionali. Dunque, il pericolo è che, con le e-cig, invece di smettere di fumare, si diventi soltanto un doppio fumatore, o anche detto un fumatore duale. In versione elettronica e in versione tradizionale. D’altra parte, secondo i dati ufficiali dell’Istituto Superiore della Sanità, nella popolazione dei fumatori di e-cig, il 25,7 per cento delle persone dichiarano di avere diminuito, anche sensibilmente, il numero delle sigarette tradizionali. E solo il 14,4 per cento dicono di avere davvero smesso completamente di aspirare quelle maledette sigarette che, in Italia, ogni anno uccidono 70mila persone.

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Dispositivi a tabacco riscaldato

Le incognite delle sigarette elettroniche e la certezza che non sono innocue, riguardano anche i dispositivi a tabacco riscaldato (Htp dall’inglese Heated tobacco products) che hanno fatto il loro ingresso ufficiale sul mercato delle sigarette alternative a quelle tradizionali nel 2015. Sono i modelli tipo Iqos, Glo e Ploom. con un sapore simile a quello delle sigarette, contengono bastoncini di tabacco imbevuti di glicerina che vengono riscaldati senza raggiungere il punto doi combustione (a 250-350 gradi rispetto agli 800 tradizionali).

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