Faccio i migliori auguri a Enrico Bondi, persona seria, sobria e consapevole del suo ruolo di “richiamato alle armi” per una missione altrimenti impossibile: avrà in mano le forbici per tagliare gli sprechi, almeno alcuni, della spesa pubblica, centrale e periferica, che spesso è letteralmente fuori controllo. Ho letto molte cifre e previsioni in questi giorni, e vedremo presto se e come il programma di Bondi diventerà cosa fatta e non solo propaganda di un governo alla ricerca di un recupero di consensi nell’opinione pubblica. Dei tanti numeri, ne ricordo uno solo: oltre 200 miliardi di acquisti in beni e servizi, dove si annidano le trame dei registi, degli attori e delle comparse, dello spreco in servizio permanente effettivo. Se anche Bondi riuscisse a tagliare un 10 per cento di sprechi, ci sarebbero, nel medio termine e comunque a partire da subito, 20 miliardi di euro da mettere sul tavolo. Ripeto: da mettere sul tavolo. Perché il taglio degli sprechi avrà un senso compiuto, e tanto più sarà apprezzato dai cittadini, se sarà abbinato a nuove spese, questa volta nell’interesse della collettività e non della banda del buco che lucra sullo spreco del denaro pubblico.
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