Andare in bici, uno stile di vita e di mobilità in forte aumento in Italia, è diventato più pericoloso. L’Aci ha diffuso i dati sugli incidenti stradali nel 2011, raccolti e catalogati dall’Istat, e si scopre così che gli incidenti in bicicletta, con relativi morti e feriti, sono in significativo aumento. Le vittime sulle due ruote sono aumentate nel 2011 del 7,2 per cento e i feriti dell’11,7 per cento, e ormai in Italia si muore più con la bici che con il ciclomotore. Il triste fenomeno ha altri due aspetti collaterali che vanno interpretati: l’aumento degli incidenti in bici è in controtendenza rispetto alla diminuzione degli scontri stradali e l’età delle vittime è molto bassa.
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In particolare, nel 2011 gli incidenti stradali nel nostro Paese sono stati 205.638, in diminuzione al contrario di quelli che hanno visto come vittime i ciclisti, e la fascia di età più colpita è quella compresa tra i 20 e i 39 anni. Che cosa significano questi numeri? La risposta è che andare in bicicletta, una scelta che si traduce in risparmi, minore inquinamento e benessere, è ancora troppo pericoloso in Italia. Le piste ciclabili non sono attrezzate a sufficienza, la tolleranza degli automobilisti e dei motociclisti rispetto ai viaggiatori a pedali è ancora troppo bassa. Eppure è stato lo stesso premier Mario Monti a condividere pubblicamente la scelta degli italiani a favore della bicicletta: per coerenza, ci aspettiamo dal governo qualche decisione forte e chiara per rendere più sicura la vita dei ciclisti.
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