AUMENTO TASSE LOCALI –
E poi ci dicono che le tasse stanno diminuendo: a leggere le statistiche pubblicate da Confcommercio sulle tasse locali, la realtà è esattamente il contrario. Negli ultimi venti anni, infatti, i tributi locali che più colpiscono i cittadini, ed ai quali dovrebbero corrispondere dei servizi, sono più che triplicati. Il conto è passato da 30 a 103 miliardi di euro.
AUMENTO TASSE SULLA CASA E PER I RIFIUTI –
In particolare sono volate le tasse sulla casa, con una girandola di nomi che di volta in volta hanno segnalato il cambio dell’intestazione, e quelle per i rifiuti, con città sempre più sporche. Sono i due tributi che i governi e le amministrazioni locali hanno sempre considerato, con l’aumento della benzina, come il loro bancomat per fare cassa.
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AUMENTO TASSE COMUNALI –
Ma la statistica ci dice anche un’altra cosa: più i servizi sono scadenti, pensate al caso delle strade sommerse dalla spazzatura, e più alte sono le tasse locali. In testa alla classifica, tra le città, compaiono infatti Roma e Napoli, ovvero le metropoli più sporche d’Italia. E questo crea una vera e propria discriminazione tra i cittadini e tra le imprese. La Confcommercio ha calcolato che un imprenditore con un imponibile Irpef di 50mila euro l’anno paga 2.255 euro di tasse in più all’anno se vive a Roma rispetto a chi vive e Trento. E la differenza, in termini di pulizia e di qualità dei servizi pubblici, tra le due città è evidente. Ora, queste cose dovrebbero saperle bene i cittadini quando andranno a votare. Per scegliere anche sulla base dei risultati finora ottenuti dai vari amministratori locali.
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