L’azienda a misura di mamme. Alla WearMeBaby le dipendenti vanno a casa per allattare

Il modello creato dall’imprenditrice Virginia Scirè funziona. La produttività è aumentata e il fatturato è triplicato. E le neomamme non sono costrette a licenziarsi quando fanno un figlio

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Gli imprenditori italiani non sono tutti uguali. E qualche volta ti sorprendono per la creatività che hanno anche nei rapporti di lavori, nel venire incontro alle esigenze dei dipendenti. A partire dalle donne. Alla WearMeBaby, un’azienda veneta specializzata in abbigliamento per bambini, guidata da Virginia Scirè, è partito un esperimento molto interessante. Il lavoro flessibile per le neomamme.

L’AZIENDA A MISURA DI MAMME

Come funziona l’organizzazione del lavoro in un’azienda a misura di mamme? Semplice: in modo che la donna non sia costretta a scegliere tra la famiglia e il lavoro, tra l’accudimento di un figlio e lo stipendio. E così alla WearMeBaby le neomamme possono contare su una flessibilità impostata su misura sui tempi dell’allattamento. All’ora della poppata, la dipendete può tornare casa, e alla fine decide se continuare la giornata con lo smart working oppure se rientrare in fabbrica. Inoltre può andare in ufficio con il bambino, e in ogni caso alle quattro del pomeriggio l’azienda chiude. Tutti a casa, a occuparsi delle proprie famiglie.

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WEARMEBABY

Il modello organizzativo di WearMeBaby sta dando ottimi risultati: la produttività è in aumento, e l’azienda ha triplicato il fatturato in pochi anni, raggiungendo la quota di 610 milioni di euro, con una fortissima presenza di donne al suo interno. Quando la Scirè ha postato su Instagram un video per spiegare che «un altro mondo è possibile», anche nel settore delle imprese, in poche ore le sono arrivate 500 richieste di lavoro. Tutte da parte di donne. Certo: la Scirè, che ha due figli ed è partita da un semplice negozio, conosce bene anche le leggi del marketing, e sa che la sua politica è vincente sotto questo punto di vista, e consente all’azienda di avere un’enorme visibilità. Ma in ogni caso, sono i fatti che parlano e dicono come con un pizzico di buona volontà, e rispettando la dignità delle persone, sia davvero possibile creare le condizioni ottimali per conciliare lavoro e famiglia.

L’immagine è tratta dalla pagina Facebook di WearMeBaby

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