BARACCOPOLI CITTÀ DEL CAPO –
Riqualificare una baraccopoli, e trasformarla in un quartiere urbano moderno, sostenibile, dove si riducono al minimo gli sprechi di energia e di acqua. Gli architetti Alfredo Brillembourg, americano, e Hubert Klumper, austriaco, stanno risanando la baraccopoli di Khayelistha, alle porte di Città del Capo, con una nuova e moderna architettura. Si tratta di un intervento sperimentale, ma di grande significato, visto che parliamo comunque di una superficie di quattro chilometri quadrati e di una metropoli, Città del Capo, dove attualmente sette milioni e mezzo di uomini e donne vivono in ben 2.700 baraccopoli.
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LA BARACCOPOLI DI KHAYELISTHA A CITTÀ DEL CAPO –
In che cosa consiste il progetto? Le vecchie baracche, spesso in amianto tossico, vengono eliminate e sostituite con unità abitative dal costo medio di 6mila euro. Si tratta di prefabbricati, forniti di pannelli solari incorporati, su due piani, progettati per essere costruiti in un solo giorno. Il rivestimento di ciascuna struttura è in alluminio grecato dello spessore di 4 millimetri, prodotto in loco, in grado di arginare il fuoco. Il pavimento e le superfici della cucina sono in lastre di magnesio, un materiale biocompatibile e non tossico, che ha una grande resistenza all’acqua, in caso di alluvioni (piuttosto frequenti in questo territorio), e alle alte temperature. Nessuna opera in muratura, dunque, anche perché con i mattoni l’acqua entrerebbe ed uscirebbe continuamente, e inoltre i tempi di costruzione sarebbero molto più lunghi.
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