BASTA ARMI
Distratti come siamo dalle nostre piccole faccende locali, abbiamo trascurato la notizia più importante che arriva dagli Stati Uniti: la sollevazione popolare degli studenti contro l’uso dissennato delle armi. Finora, diciamolo, la protesta era restata confinata in alcuni organi di stampa e in qualche circolo del potere, dove si sussurrava molto sottovoce. Mai si era vista una protesta così ampia, come quella che si è registrata negli ultimi giorni di marzo: 836 cortei in tutto il mondo, dei quali 700 soltanto negli Stati Uniti per chiedere un giro di vite sulla vendita delle armi.
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REGOLAMENTAZIONE ARMI
Mi sono piaciute le facce fresche e combattive dei ragazzi che hanno guidato i cortei e hanno fatto i discorsi più importanti. Come il volto coriaceo di Emma Gonzales, 17 anni, figlia di un rifugiato cubano e di un’insegnante di matematica, capace di imporre a milioni di americani in diretta tv un lungo silenzio, 4 minuti e 26 secondi, per ricordare la strage nel suo liceo di Parkland. Oppure gli slogan all’insegna della magica parola «Cambiamento», per qualcosa che sembra ancora un tabù, di David Hogg, anche lui non ancora diciottenne e figlio di un ex agente dell’Fbi.
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Questi ragazzi rappresentano un’altra America. Sono l’energia vitale, l’unica possibile, che può rimettere in discussione il paradigma di un Paese armato fino ai denti, dove solo nel 2017 ci sono state 346 persone uccise in stragi compiute con armi da fuoco. E dove 200 scuole sono state colpite, tra il 2014 e il 2018, da fenomeni di questo genere.
VIETARE LE ARMI AI PRIVATI
Dove porterà la protesta dei ragazzi ‘No armi’? È presto per dare una risposta, e non dobbiamo neanche escludere che anche questo movimento possa evaporare come quei lampi che apparvero, sotto forma di cortei in strada, contro la prepotenza incontrastata della finanza di Wall Street. Furono lampi, appunto, sconfitti poi dall’uragano della Grande Crisi. Qui siamo in presenza di due fatti nuovi: la discesa in piazza di un movimento che ha un obiettivo molto preciso (rendere più complicata la compravendita di armi) e un’età media molto bassa. E sono due fattori che fanno ben sperare per il futuro.
In tempo reale, i cortei intitolati ‘Basta armi’ hanno già iniziato a spostare alcuni orientamenti dell’opinione pubblica. Secondo un sondaggio diffuso in diretta dalla tv conservatrice Fox news, il 53 per cento degli interpellati considera «più importante proteggere la vita dei cittadini dalla violenza delle armi». Per la prima volta, il partito trasversale e super popolare del grilletto facile è in minoranza.
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