Madrid batte Roma. Non solo in economia, in Spagna ormai la ripresa economica è partita, e in stabilità, l’alternanza tra governi di centro-destra e di centro-sinistra nella penisola iberica funziona come un orologio. Ma il sorpasso della Spagna c’è anche, ed ecco la sorpresa, nei tagli agli sprechi e innanzitutto al costo eccessivo della politica.
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Paolo Valentino, un ottimo giornalista, sul Corriere della Sera ha fatto conti e confronti. La Camera dei deputati italiana ha 630 membri e costa 1 miliardo e 50 milioni di euro, mentre il Congresso dei deputati spagnoli ha 350 membri e costa 90 milioni di euro. Il Senato italiano, 315 parlamentari, vale una spesa complessiva di 650 milioni di euro, quello spagnolo, 259 membri, costa appena 70 milioni di euro.
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E infine, la Casa Reale spagnola, molto criticata per lo stile di vita piuttosto vivace (vedi scandali per presunte amanti di Sua Maestà) del re Jan Carlos, alla fine presenta un conto ai contribuenti spagnoli di 8 milioni di euro l’anno, a differenza del Quirinale e della Presidenza della Repubblica che invece hanno un budget, nonostante i tagli portati avanti sia da Carlo Azeglio Ciampi sia da Giorgio Napolitano, di ben 130 milioni di euro. Morale della storia e domanda finale: perché in Spagna la politica costa (tanto) meno dell’Italia? Mistero. O meglio: qualche risposta la trovate in tanti sprechi e privilegi della politica made in Italy raccontati sul nostro sito.
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