Non tutti, quando si svegliano, hanno la voglia e l’energia per scattare e alzarsi dal letto. In molti casi c’è bisogno di tempo per recuperare le forze, o c’è il puro piacere di godersi un risveglio lento. Tutto questo, in gergo anglosassone, si chiama bed rotting, che letteralmente si traduce come «marcire a letto».
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Bed rotting
Ognuno ha i suoi ritmi, che possono essere condizionati anche dalla pressione (quando è bassa diventa più difficile alzarsi immediatamente dopo che ha suonato la sveglia), e non c’è una regola in base alla quale considerare il bed rotting come una patologia. Tutto dipende dalle circostanze, ovvero dai motivi per i quali restiamo a letto: il piacere di prendersela comoda, la voglia di riposare ancora per qualche minuto, oppure problemi di insonnia o di depressione, e anche la pessima abitudine di iniziare la giornata smanettando con lo smartphone.
L’insonnia
La prima causa del bed rotting è l’insonnia: ci sia sveglia troppo presto, anche in piena notte, e si resta a «marcire a letto», sperando di riprendere il sonno, o comunque che passi il tempo necessario per arrivare a un orario decente per alzarsi. È un errore, oltre che uno spreco di energia, lo stesso che facciamo quando restiamo inchiodati a letto senza riuscire a prendere sonno. Quando ci svegliamo troppo presto, bisogna reagire. Per esempio alzarsi, magari anche fare colazione, e una breve passeggiata in casa, e soltanto dopo tornare a letto nella speranza di prendere sonno. Oppure accendere la luce del comodino, e leggere, specie se si è abituati ad addormentarsi leggendo un libro. In questi casi la lettura può aiutare a vincere l’insonnia, l’importante è non sfidarla.
Smartphone appena svegli
Un secondo aspetto patologico del bed rotting è quando si «marcisce a letto», appena svegli, per avviare le attività con le nostre protesi elettroniche. Rispondere alle mail, scriverne di nuove, scambiare sms, fare telefonate, guardare la tv, guardare il computer, leggere le notizie. Si tratta di un comportamento sbagliato, non rilassante, un modo sbagliato per iniziare la giornata. Il cervello deve sempre identifica il letto come un luogo dove si dorme, e non dove si lavora o si mangia.
Depressione
Il bed rotting che nasce dalla depressione o da una fase di particolare cattivo umore, si riconosce facilmente. Ci si sveglia svogliati, senza energia, con poche forze e nessuna voglia di iniziare la giornata. <Marcire a letto> è un modo di procrastinare, tipico di persone che sono in una fase depressiva. Il letto è un rifugio, una tana dalla quale non uscire. In questo caso, è la terapia anti-depressiva che può aiutare a evitare un bed rotting di segno decisamente negativo.
Apnee notturne
Anche le apnee notturne, come i movimenti improvvisi delle gambe, possono suscitare il bed rotting. Determinano una frammentazione ipnica, per la quale ci si sveglia senza sentirsi riposati, e quindi non in grado di mettersi in movimento e iniziare la giornata.
Il piacere di stare a letto
Ma il bed rotting è anche un modo per godersi il piacere di stare a letto. In questo caso, aiuta a iniziare bene la giornata, ad afferrare il buonumore e energie positiva, a godersi la tranquillità del post-sonno. Una pratica tipica dei periodi festivi, o anche dei giorni del fine settimana.
Quanto tempo può durare il bed rotting
Non bisogna però esagerare con il bed rotting, come piacere per godersi la tranquillità del risveglio graduale e non improvviso. Un tempo congruo, e anche un limite da non superare, può essere quello dei 15-30 minuti: bastano per iniziare bene la giornata. Serenamente e senza sensi di colpa perché si resta ancora qualche tempo sotto le coperte.
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