Benedetta Coccia compie gli anni il 30 ottobre, proprio lo stesso giorno in cui, quel terribile 2016, ha letteralmente devastato parte della città di Norcia e della Valnerina, in Umbria. Da lì, un anno dopo, il giorno delle sue venticinque candeline e anche dell’anniversario del “mostro”, come chiamano il sisma da quelle parti, ha deciso di aprire un’azienda tutta sua, che produrrà, confezionerà e venderà i prodotti delle sue parti: lenticchie di Castelluccio, legumi della tradizione,
LEGGI ANCHE: Antonio, 28 anni, una vita tra i campi di lenticchie: dopo il terremoto ne ha fatto un lavoro
BENEDETTA COCCIA, CHE APRE UN’AZIENDA DOPO IL TERREMOTO
Festeggiando due ricorrenze in una, e, soprattutto, celebrando la speranza e la resilienza di chi ha deciso di non restare a guardare, di rimboccarsi le maniche davanti alle macerie, e, soprattutto di restare. Lo racconta lei stessa in un’intervista all’Ansa, rilasciata pochi giorni dopo l’apertura di Horo di Norcia, la sua azienda di prodotti tipici.
«Ero arrivata al bivio se andarmene per sempre o restare, ma ho deciso di fermarmi, perché questa è la mia terra, è qui che sono nata e cresciuta ed è qui che voglio vivere e lavorare». Una sfida alla paura, all’assenza di prospettive. Decisamente vinta, come testimonia la linea gastronomica che ha avviato, dedicata alla rinascita, che porta addirittura stampigliato sul marchio quella terribile data, il 31.10.2016, un giorno al contempo speciale e drammatico. La scossa, al terzo piano, Benedetta l’ha sentita eccome, mentre dormiva, non riuscendo a reagire. Il trauma è stato fortissimo, al punto di scappare dalla sorella nelle Marche, sotto choc, senza voglia di tornare. Eppure, la volontà di fare qualcosa per la sua terra è stata più forte della paura, e ha deciso non solo di tornare a Norcia, ma anche di puntare sui prodotti di nicchia: dalla cicerchia alla roveja (un pisello selvatico), alla pasta biologica. Stringendo, così, il nodo con la sua terra, ancora di più.In questo viaggio coraggioso, che guarda al futuro, la accompagna il fidanzato Emanuele, che ha la stessa età.
PER APPROFONDIRE: Giovani e donne in agricoltura, oltre 7.500 nuove aziende. Non vi sembra un miracolo da coltivare?
HORO DI NORCIA
Benedetta è figlia di una famiglia di agricoltori, da quando ha 22 anni siede alla scrivania dell’amministrazione dell’azienda del suo papà, dal quale ha imparato il know-how. Non solo, Benedetta da Norcia, come la chiamano gli amici, di sé racconta che è cresciuta troppo in fretta. Lo confida in un’intervista al Corriere della Sera: «A 22 anni invece di stare a ballare andavo a letto perché al mattino dovevo lavorare» -dice – Sono cresciuta troppo in fretta. Però ne è valsa tanto la pena. Ho imparato molto». Con passione e forza d’animo, la stessa che ci ha messo per salire a bordo di uno dei trattori che nella primavera del 2017 salirono a Castelluccio per seminare la lenticchia. Per favorire la ripresa post terremoto, mai decollata, in quell’occasione Benedetta ha persino rivolto un appello all’allora premier Paolo Gentiloni. «Non abbandonateci – aveva chiesto in una dichiarazione all’agenzia Ansa – e si faccia di tutto per mettere in campo misure a favore dell’imprenditoria giovanile, solo così si eviterà lo spopolamento di queste terre e al tempo stesso si darà una reale iniezione di fiducia a tanti ragazzi e ragazze che hanno voglia di fare impresa qui».
(Immagine in evidenza tratta dal Corriere della Sera //Photocredits: Corriere della Sera)
STORIE DI RESILIENZA:
- Nicoletta e il suo esercito di cuoche combattenti: mestoli e barattoli contro la violenza psicologica
- Confetture reali: le arance della Reggia di Caserta diventano marmellate grazie alle donne ospiti di un centro antiviolenza
- Olio d’oliva fatto dalle donne per le donne: due storie di impresa al femminile
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.