BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE –
Andare oltre il pil, adesso si può. Finalmente la nuova Commissione europea sta rivedendo i criteri per misurare il reale benessere di una popolazione, che non può essere circoscritto al fatturato del Paese, e l’Italia è in prima linea con una sua proposta grazie al lungo lavoro di Enrico Giovannini, già presidente dell’Istat e ministro del Lavoro.
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COME SI MISURA IL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE –
Istat e Cnel, infatti, hanno messo a punto da tempo un nuovo misuratore della reale ricchezza di un popolo, chiamato “Benessere equo e sostenibile” (Bes). Si tratta dell’insieme di 134 parametri che descrivono 12 ambiti, dall’istruzione al lavoro, dalle relazioni sociali all’impatto ambientale, che integrano il pil quale misura dei risultati economici di una collettività. «È un errore, per esempio, non considerare la distruzione ambientale che si accompagna all’aumento della crescita economica, oppure non tenere in considerazione le grandi disparità di reddito che rompono la coesione sociale» dice Giovannini. E aggiunge: «Oggi abbiamo un’occasione storica in Europa per rivedere questo strumento e migliorare, concretamente, il benessere della generazione attuale e di quelle future».
INDICATORI DEL BENESSERE ECONOMICO SOSTENIBILE –
Questo significherà anche integrare la politica economica dei paesi membri dell’Unione con quella sociale ed ambientale, e attrezzarci a misurare un benessere che non sia solo quantitativo ma innanzitutto significhi una nuova e migliore qualità della vita.
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