Bibliobus: libri itineranti per tornare a vivere dopo il terremoto. In Abruzzo, ma non solo…

Nasce a L'Aquila, nel 2009, all'indomani del terribile sisma, ma è possibile trovare le biblioteche su ruote in moltissimi progetti. Obiettivo è portare cultura e svago a chi, per un motivo o per l'altro, non può accedervi. E, per farlo, può bastare anche solo una moto. Come accade in Perù.

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BIBLIOBUS

I libri curano. E non è una novità. Tant’è che sono spesso utilizzati come “bene di conforto” dopo traumi vissuti, esperienze tragiche e difficili, situazioni particolarmente problematiche.
Proprio come le medicine, sono richiesti e fortemente voluti dai presidi psicologici di emergenza che si installano nei luoghi del terremoto, nel tentativo di regalare nuove vite, sogni, momenti di svago e ore piacevoli lontane dalle macerie.

A causa della terra che trema non crollano solo case e futuro, ma anche cultura: biblioteche, scuole, teatri. E allora, perché non pensare a renderle mobili, trasportabili, a prova di scossa?
Nasce così l’idea di una biblioteca mobile, veicoli adibiti a presidi culturali su ruote, riempiti di scaffalature e resi accessibili agli utenti una volta parcheggiati.
La forma e le dimensioni del bibliobus possono variare a seconda delle necessità, così come l’itinerario.Vengono stabilite fermate con cadenze settimanali o più lunghe, in modo che l’utenza possa prendere in prestito volumi, restituirli o, più semplicemente, leggere.

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BIBLIOBUS TERREMOTO DE L’AQUILA

All’indomani del terribile terremoto de L’Aquila del 2009, il Bibliobus divenne un’idea per tentare di ridare sorriso, speranza e condivisione a una comunità devastata: nacque in seguito alla donazione di tanti volumi: narrativa, saggistica, storie per ragazzi. I libri come medicina, in un’urgenza di restituire normalità oltre che cultura. Da maggio a settembre di quell’anno il bus itinerante girò per tutte le tendopoli e i comuni colpiti per distribuire libri donati dalla solidarietà di tutta Italia, mentre un secondo bus fungeva da sala lettura e conferenze. A testimoniare il fatto che la vita non può e non deve fermarsi, che il dolore non spezza una comunità che è compatta, solidale e unita.

Anche dopo lo smantellamento delle tendopoli di emergenza, il Bibliobus non ha smesso la sua attività incessante: oltre ai progetti con le case-anziani, i presidi di accoglienza per migranti e minori, è sempre tornato nei luoghi dove è nato. In Emilia Romagna, per esempio, dopo il terremoto del 2012, con varie tappe a Ferrara, Modena e comuni limitrofi. Ma anche nelle Marche e nel Lazio, portando momenti di serenità e spensieratezza, distribuendo libri e riviste e promuovendo la cultura della lettura.

Idea di fondo, è quella che la condivisione della lettura contribuisca ad alleggerire il trauma del terremoto, e a far sentire le persone meno sole quando l’emergenza lascia il posto ad una condizione ordinaria di disagio sociale, solitudine e isolamento che spesso accompagnano gli anni del dopo sisma.

Spesso, infatti, il Bibliobus, che sopravvive grazie alle donazioni di una campagna di crowdfunding, fornisce servizi bibliotecari a luoghi privi di edifici adibiti a biblioteche, a piccolissimi comuni situati in zone rurali o montane, oppure può raggiungere chiunque abbia difficoltà a recarsi in biblioteca, come gli ospiti delle case di riposo. Non solo: è spesso presente nei parcheggi delle scuole, fungendo così da biblioteca scolastica.

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BIBLIOTECHE ITINERANTI

Il Bibliobus non è, per fortuna, il solo esempio di biblioteca che macina chilometri.
A seconda delle  diverse città e dei diversi Paesi del mondo, le biblioteche mobili sono state realizzate con i mezzi più disparati: un autobus, una barca, una bicicletta, una moto, come in Perù, dotati di contenitori mobili in cui riporre i libri, ceste, casse o zaini.

La sua origine non è recente: le prima notizie di una biblioteca ambulante risalgono al 1857,in Gran Bretagna dove il filantropo e mercante George Moore iniziò a girare diffondendo la lettura tra la popolazione rurale.

In Italia, il promotore della cultura su ruote fu lo scrittore maremmano Luciano Bianciardi, portando a Grosseto la sua biblioteca mobile negli anni ’50.  Oggi la diffusione dei bibliobus è praticamente capillare: da Nord a Sud sono tantissime le iniziative che li riguardano, dai progetti con gli ospedali pediatrici a quelli delle case famiglie, e in alcune città, come Milano, sono addirittura integrati nei circuiti bibliotecari cittadini.
Un ottimo modello di come cultura e territorio possano dialogare e lavorare saldamente intrecciati.

(Immagine di copertina e a corredo del testo tratte dalla pagina Facebook di Bibliobus L’Aquila)

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