COMMUNITY BIKE
Far rinascere le biciclette abbandonate e inutilizzate, dando lavoro a ragazzi disabili e a persone svantaggiate. È questa la missione di “Community Bike”, un progetto nato nel 2013, grazie alla regia del Consorzio operativo di salute mentale e al finanziamento dell’amministrazione provinciale di Pordenone, e che negli anni è diventato una bella realtà. All’interno di questa “ciclofficina sociale”, infatti, le migliaia di bici che marcirebbero nelle cantine di tanti cittadini, o che non verrebbero utilizzate perché bisognose di qualche lavoro di manutenzione, tornano come nuove grazie all’impegno di sapienti meccanici.
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BICI RIPARATE DA DISABILI
Per dar vita a questo processo di rinascita il Consorzio ha messo in piedi un’officina nella sede della Coop Noncello a Roveredo in Piano, in via dell’Artigianato 20. Al suo interno, nel 2013, hanno cominciato a lavorare due ragazzi disabili che negli anni successivi sono stati assunti con un contratto a tempo indeterminato. Mentre uno dei due si è continuato ad occupare di camere d’aria, pneumatici e cambio di freni, l’altro ha cominciato a dare una mano anche in altri ambiti in cui è attiva la cooperativa. Per occupare il posto lasciato vuoto in officina, la Coop di Noncello ha avviato una serie di spot per dare un’occasione professionale a delle persone in difficoltà. Così tramite borse lavoro pagate da alcuni servizi invianti, tra cui il comune, sono stati attivati una serie di tirocini lavorativi che consentono a chi ne usufruisce di imparare il mestiere di meccanico.
LAVORO PER DISABILI
Con la sua nascita, questa ciclofficina sociale ha consentito di realizzare degli obiettivi davvero importanti. Community bike, infatti, ha dato lavoro a persone portatrici di handicap, consentendogli di essere indipendenti e di fare un lavoro “utile” alla comunità, ma anche a persone disagiate che, grazie al progetto, hanno imparato un mestiere. L’iniziativa, allo stesso tempo, è riuscita anche a incentivare l’uso della bici, una buona pratica con effetti benefici per la salute e per l’ambiente che è stata promossa anche grazie alla destinazione che è stata fatta di questi “bolidi a due ruote”. Le biciclette, infatti, spiega la Coop, una volta messe a nuovo, vanno a finire in tre settori: il primo è quello dei mercatini dell’usato dove le bicilette d’epoca vengono vendute dopo essere state restaurate, il secondo è quello dei soci della cooperativa che non possono o non vogliono guidare, e che possono decidere di comprare o prendere in comodato d’uso una delle bici passate per l’officina, e il terzo è la destinazione a titolo gratuito dei veicolo a nove richiedenti asilo che ciclicamente vengono ospitati nel comune.
Le foto sono tratte dalla pagina Facebook di Community Bike
L’IMPORTANZA DI ANDARE IN BICI
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