Trasformare il pane invenduto in birra: l’idea di Franco, Emanuela e Gianni per combattere gli sprechi alimentari

Dopo aver recuperato il pane cotto nei forni a legna e rimasto invenduto nei panifici piemontesi della Valle Maira e della Valle Varaita, lo trasformano in Biova beer, una birra dal sapore speciale che prende il nome dal tipico pane piemontese

birra dal pane raffermo

La frutta troppo matura, il latte dimenticato in frigorifero, lo yogurt scaduto e il pane che abbiamo lasciato ammuffire: troppe le quantità di cibo che, ogni giorno, buttiamo via nelle nostre case. In particolare, come emerge dai dati rilevati dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), noi italiani, ogni anno, sprechiamo circa 65 chilogrammi di cibo a testa. Un dato che ci allontana dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 dell’ONU. C’è ancora tanto da fare ma c’è un cambiamento in atto, grazie anche all’entrata in vigore della Legge Gadda n. 166 del 2016 che regola le donazioni degli alimenti invenduti, semplificandone le procedure burocratiche. Una novità importante che permette di ridurre gli sprechi e, allo stesso tempo, aiutare le persone in difficoltà.

Sono ancora tante le quantità di alimenti, soprattutto il pane fresco, che ogni giorno rimangono invendute nei supermercati, nella grande distribuzione in generale, e nei panifici. Allo stesso tempo però, aumentano le associazioni che, da Milano a Palermo, si occupano del recupero del cibo in eccedenza e della sua distribuzione a chi ne ha più bisogno.

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BIRRA DAL PANE

E non solo. La lotta agli sprechi è fatta anche di iniziative dal basso e scelte responsabili e coraggiose come quelle portate avanti da Franco Dipietro, Emanuela Barbano e Gianni Giovine, piemontesi, che hanno trovato un modo speciale per non sprecare il pane avanzato: trasformarlo in birra.

Dopo aver recuperato il pane cotto nei forni a legna e rimasto invenduto nei panifici piemontesi della Valle Maira e della Valle Varaita, in collaborazione con due giovani amici mastri birrai, Fabio e Chicco, lo trasformano nell’ingrediente speciale per la realizzazione di una birra artigianale dal gusto davvero unico. Nasce così Biova beer, un progetto che prende il nome dal tipico pane piemontese, soffice e dal gusto delicato. Caratteristiche che contraddistinguono anche Biova beer: leggera e con una nota di sapidità, dovuta propria alla presenza del pane.

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L’immagine è tratta dalla pagina Facebook dedicata al progetto “Biova beer”

PER SAPERNE DI PIÙ: Panifici solidali, dove è possibile, ogni giorno, donare il pane ai poveri. Si evitano sprechi scandalosi, e si aiutano i deboli, con un piccolo gesto

BIOVA BEER

In particolare, per ogni cotta di Biova ci sono oltre 100 chilogrammi di pane recuperato, e non sprecato. L’uso del pane secco permette inoltre di ridurre del 30 per cento l’utilizzo del malto d’orzo, con un minore impatto ambientale.

​Ma Biova non è una sola birra. Può essere realizzata con tanti diversi tipi di pane. Un vero e proprio progetto di economia circolare, Biova beer, al quale possono prendere parte tutte le diverse realtà che hanno a cuore il recupero alimentare.

Dopo aver concordato il recupero del pane in eccedenza con la panetteria, il fast food o il ristorante che intende prendere parte al progetto, si affitta il birrificio più vicino, si crea una ricetta ad hoc e si produce la birra artigianale: la biova personalizzata. Un’occasione importante per le realtà coinvolte, per sensibilizzare i propri clienti ad agire concretamente contro lo spreco alimentare.

Nel video, realizzato da Franco Dipietro, ideatore del progetto Biova Beer e regista e fondatore della casa di produzione video Duel: Film, si racconta come il pane recuperato nella panetteria di Sirio, preparato con farine bio e cotto al forno a legna, grazie a Chicco, mastro birraio, si trasforma in birra:

Dopo la fermentazione e l’imbottigliamento, la birra torna ad essere venduta sugli scaffali della panetteria di Sirio.

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BIRRA DAL PANE RAFFERMO

Una birra dal sapore speciale, in grado anche di riflettere le tradizioni gastronomiche locali, rivalutando il territorio. Franco, Emanuela e Gianni, grazie al loro progetto e con la loro attività, stanno valorizzando Melle, il piccolo paesino da cui è partita la produzione della birra Biova. Poco più di 300 abitanti, in provincia di Cuneo, nel cuore della Valle Varaita, Melle è noto per la produzione del “Tumin dal Mel”, il formaggio fresco a pasta molle tipico della regione Piemonte.

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L’immagine è tratta dalla pagina Facebook dedicata al progetto “Biova beer”

Tra gli obiettivi per il futuro vi è ora anche quello di realizzare un’ottima birra a partire dal recupero della michetta milanese e del tipico pane carasau sardo.

Il progetto è in concorso per l’edizione 2019 del Premio Non Sprecare. Per conoscere il bando e partecipare vai qui!

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