- Rilassatevi e non riempite anche le giornate estive di impegni
- Cercate di dormire a lungo e bene
- Allontanate qualsiasi ombra che possa stressarvi
- Scegliete anche attività sportive impegnative, rigeneranti e divertenti. Ma non esagerate
- Non fate troppi programmi e non pensate sempre a cosa vi aspetta dopo le vacanze. Godetevi il presente
- Coltivate le buone compagnie, e la conversazione leggera
- Prendetevi il vostro tempo, se necessario, per qualsiasi cosa. Non avete un’agenda, con relative scadenze, da rispettare
- Non irritatevi per gli imprevisti. Fanno parte delle vacanze
- Leggete molto, specie i classici: procura benessere e piacere
- Fate un digital detox e riducete al minimo il tempo trascorso davanti a qualsiasi protesi elettronica
- Spegnete la televisione
Leggere e conservare per staccare la spina
Questa nuova patologia di massa è di segno uguale e contrario rispetto all’onda lunga nella quale eravamo immersi prima del disastro del coronavirus, l’onda del presentismo, della rincorsa affannata e affannosa dell’«ora e subito». L’energia è opposta, ieri a mille giri, oggi tutto rallentato nel limbo della sospensione, ma l’effetto è uguale: più stress, più ansia, e una qualità della vita poco sostenibile.
Importanza di staccare la spina
Velocità, efficienza, produttività, ottimizzazione. Sono queste le parole d’ordine della società moderna, che troppo spesso non contempla la possibilità sacrosanta di una pausa. Ci siamo trasformati in uomini e donne sempre sugli attenti, ventiquattrore su ventiquattro, con smartphone in funzione, mail che dilagano e alle quali sentiamo la necessità di rispondere subito, cene consumate davanti al pc. Senza una parola, un contatto, con chi è alla nostra tavola. Eppure ognuno di noi ha bisogno di staccare la spina. E si tratta di una necessità fisiologica, non di una gentile concessione che regaliamo a noi stessi.
Questa stressante, e talvolta inutile, corsa al rendimento, nasce anche dalla trappola della tecnologia. Negli uffici, per esempio, dirigenti stolti e poco responsabili non fanno altro che chiedere “reperibilità”, sempre e comunque, ai propri sottoposti. Magari dopo lunghe giornate di lavoro e di riunioni (altro, frequente spreco di energia e di tempo).
Al contrario, proprio per le continue pressioni che riceviamo attraverso gli impulsi tecnologici, abbiamo sempre più bisogno di staccare la spina. La rivista Harvard Business Review, una sorta di vangelo per le aziende, ha pubblicato un’inchiesta di copertina dal titolo “Sovraccarico collaborativo”, nella quale denuncia il rischio dell’esaurimento nervoso per i dipendenti sottoposti allo stress dell’ansia da prestazione.
Perché è importante staccare la spina
E alcune società stanno correndo ai ripari. Riducendo il tempo delle riunioni, anche online, e vietando l’uso di qualsiasi apparecchiatura elettronica, quindi anche pc e cellulare, fuori dall’orario di lavoro. Ma non basta. Queste sono regole, in realtà serve prima un nostro sforzo di autodisciplina, la consapevolezza della necessità di staccare la spina. Anche attraverso piccoli gesti, come una passeggiata, una pausa di ozio per coltivare una passione, un rito per fare qualcosa che ci gratifica. Senza il riposo, senza staccare la spina, il cervello si svuota. E rischia di funzionare male, nonostante tutta la nostra buona volontà. «Rilassati, raccogliti, allontana da te ogni pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto» scriveva Italo Calvino, lo scrittore che ci ha insegnato il valore della leggerezza.
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