BOLLETTE NON PAGATE A CARICO DEI CONTRIBUENTI
Già sapevamo, in un Paese di evasori cronici, che il conto delle tasse non pagate va sempre sulle spalle di chi osa comportarsi da contribuente onesto. Ma non potevamo immaginare che questa stretta relazione, tra il furbo che la fa franca e l’onesto che paga pegno, diventasse una regola nell’universo delle bollette per le utenze domestiche.
La delibera dell’Autorità dell’Energia, uno di quegli organismi che invece di proteggere le famiglie è specializzato nel tutelare gli interessi delle aziende, è davvero un capolavoro di ipocrisia e di sfacciata impudenza nei confronti dei consumatori. In pratica: il conto delle bollette non pagate dai morosi deve essere distribuito tra i consumatori corretti che si troveranno nelle loro prossime bollette una cifra destinata agli “Oneri generali di sistema”. Quello che serve per saldare il debito di chi evade i pagamenti per la corrente.
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ONERI BOLLETTE ELETTRICHE MOROSI PAGATE DAI CONSUMATORI
Il precedente è molto pericoloso, e potrebbe essere presto copiato anche per altre forniture, come nel caso del gas, per il quale le bollette sono ben più pesanti di quelle della luce. Inoltre, stiamo parlando di circa 1 miliardo di euro che finiranno sulle spalle dei consumatori: è questa la cifra totale di evasione stimata dalle aziende che operano nel settore. Nel 2016, per dare un’idea della vastità del fenomeno, siamo arrivati al 4,7 per cento del totale dei contatori staccati per morosità.
Quello che faccio molta fatica a comprendere è il motivo per il quale il consumatore onesto debba pagare il conto del “furbetto”. In base a quale legge dell’economia o della sussidiarietà? Con questo metodo l’Autorità sta semplicemente dando un incentivo in più ai clienti che non pagano le bollette (tanto c’è chi paga…) e un incentivo in meno alle aziende per stanarli (tanto si incassa comunque…).
E a proposito delle aziende elettriche, sarà anche vero che a fronte di un mercato elettrico che vale circa 61 miliardi di euro, ci sono aree del Paese, specie al Sud, dove l’evasione della corrente è molto alta. Ma questo fa parte del rischio d’impresa di chi opera in questo settore, tra l’altro molto protetto e ben tutelato, anche con favorevoli politiche di adeguamento dei prezzi. E il rischio d’impresa non può essere scaricato così impunemente sulle spalle dei consumatori.
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