Bottiglie prodotte dalle alghe rosse

Il mare “ospita” più di 150 milioni di tonnellate di plastica e ogni contenitore impiega circa mille anni per degradarsi. Secondo uno studente islandese, la soluzione potrebbe arrivare proprio dal mare.

bottiglie da alghe rosse

BOTTIGLIE DA ALGHE ROSSE

Da un lato siamo invasi dalle bottiglie di plastica (nel mondo se ne producono, ogni anno, 35 miliardi), dall’altro versante, per nostra fortuna, avanzano anche in questo campo le alternative Non sprecare. Come, per esempio, le bottiglie realizzate con polvere di alga rossa (agar agar) e acqua: duttili, resistenti, e innanzitutto non inquinanti e prodotte secondo l’idea dell’economia circolare, dove nulla si spreca.

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La scoperta di questa straordinaria innovazione la si deve a un ragazzo trentenne, Ari Jonsson, studente dell’Accademia di Arte di Reykjavik, in Islanda, che ha inventato una bottiglia completamente biodegradabile, realizzata con materiale ricavato dalle alghe rosse. Un’innovazione che potrebbe porre rimedio all’annoso problema della plastica scaricata in mare. Secondo un rapporto pubblicato in occasione del Forum economico mondiale del 2016, ogni anno, finiscono in mare almeno 8 milioni di tonnellate di plastica. È come se, ogni minuto per 365 giorni, un camion della spazzatura riversasse tutto il suo contenuto in acqua, senza sosta. Al momento ci sarebbero in mare oltre 150 milioni di tonnellate di materie plastiche e a farne le spese sarebbero soprattutto le specie animanti e vegetali. Numerosi pesci mangiano le microparticelle di plastica presenti nei mari del mondo, a cominciare dal Mediterraneo, e quasi sempre finiscono nei nostri piatti.

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BOTTIGLIE DA ALGHE

Una bottiglia di plastica impiega circa mille anni per decomporsi. Grazie al progetto di Ari Jonsson, i contenitori in plastica biodegradabile, un contenitore di plastica svolge il suo compito finché è a contatto con i liquidi al suo interno, poi inizia a decomporsi rapidamente, perdendo volume fino a sparire del tutto.

La bottiglia è stata presentata al DesignMarch – festival di design e architettura che si svolge a Reykjavik – raccogliendo numerosi consensi. Considerando che il 50% della plastica viene utilizzata una sola volta e poi smaltita, la bottiglia dello studente islandese è rivoluzionaria. Essa non solo evita di rilasciare sostanze tossiche ma si ricicla da sola.

Il progetto potrebbe rappresentare il primo passo verso una rivoluzione del confezionamento delle bevande. Inoltre, il contenitore sarebbe anche commestibile essendo realizzato con una miscela di acqua e agar-agar. Mangiandolo non sarebbe necessario nemmeno aspettare il tempo di decomposizione e avremmo mari decisamente più puliti, per il bene di tutti.

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