BUSINESS TURISMO RELIGIOSO –
Se vuoi fare il pellegrino a Medjugorje hai due possibilità: con o senza Paolo Brosio. Il tour operator Green Center, numero uno per questo viaggio nel piccolo santuario della Bosnia, sul sito www.amedjugorje.it offre infatti pacchetti completi per cinque giorni e quattro notti da 720 euro o da 690 euro: la differenza consente di avere il giornalista come guida spirituale e si traduce in un obolo alla sua associazione di volontariato, Mattone del Cuore, che intende realizzare un pronto soccorso nella zona. E Medjugorje è il pellegrinaggio del momento, il più cresciuto negli ultimi anni anche sull’onda di nuovi e discussi veggenti che attirano i fedeli come le calamite. Il luogo è diventato sacro da pochi decenni, era il 24 giugno del 1981 quando la Madonna apparve a sei bambini, ma i suoi visitatori crescono a ritmo vertiginoso, e oggi superano un milione di fedeli all’anno. Il Vaticano non ha ancora pronunciato una parola definitiva sulle visioni bosniache, ma intanto un vescovo, Lorenzo Loppa di Anagni-Alatri, ha preso carta e penna per scrivere una circolare a tutti i parroci della sua diocesi e per vietare «celebrazioni che provocano confusione su fenomeni la cui attendibilità non è scontata». «Non si può sfruttare una cosa del genere…» ha tagliato corto monsignor Loppa.
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TURISMO RELIGIOSO A MEDJUGORJE –
Medjugorje è solo la punta di un iceberg di un’industria che mescola fede e affari, miracoli (presunti o accertati) e turismo, spiritualità e fascino del sovrannaturale, speranze e miraggi. Un’industria che non conosce crisi e recessione, e vale, solo in Italia, qualcosa come 5 miliardi di euro di fatturato. Più l’indotto, perché nel piccolo paesino della Bosnia, per esempio, un popolo di agricoltori si è trasformato in benestanti albergatori, ristoratori, tassisti, guide, artigiani dei santini e delle statuine. D’altra parte i pellegrinaggi attirano nei vari santuari italiani oltre 40 milioni di fedeli, dei quali quasi la metà viaggiano e alloggiano attraverso la rete dei tour operator specializzati in questi viaggi tra le capitali del sacro: soltanto all’Opera Romana pellegrinaggi fanno capo 2.500 agenzie, pronte a offrire un servizio “chiavi in mano” a gruppi, famiglie e singoli viaggiatori.
PELLEGRINAGGI A SAN GIOVANNI ROTONDO –
Nella classifica dei luoghi più visitati al primo posto c’è sempre San Giovanni Rotondo, dove quasi otto milioni di pellegrini ogni anno coltivano il culto di Padre Pio. La devozione per il frate di Pietrelcina non si è mai spenta, non solo per il fascino del personaggio e per la potenza della sua storia ma anche perché un intero territorio, da San Giovanni Rotondo a Pietrelcina, è stato rimodellato e ridisegnato su misura del santo, dagli alberghi alla chiesa firmata dall’architetto Renzo Piano. Così Padre Pio, con la sua rivoluzione urbanistica, surclassa Lourdes (6milioni di visitatori), Fatima (5milioni) e Loreto (4 milioni e 500mila) e oggi nel nome del francescano funzionano a pieni giri una radio, una televisione, e diversi periodici cartacei e sul web. L’informazione è una leva decisiva per tenere viva e aggiornare la domanda di spiritualità del popolo dei pellegrini: il Messaggero di Sant’Antonio ha una tiratura di circa 1 milione e 500mila copie, mentre Radio Maria, specializzata nel culto dei santuari mariani, è collegata via satellite in 17 paesi del mondo.
TURISMO RELIGIOSO IN ITALIA –
L’atteggiamento ufficiale della Chiesa, di fronte a un fenomeno così complesso e così popolare, è sempre stato ispirato a una notevole dose di prudenza. Anche se, industria a parte, non si può essere ostili a un universo che ormai è parte integrante della fede: soltanto nell’ultimo anno, il 2014, oltre il 13 per cento della popolazione italiana è andata in pellegrinaggio. La cautela è dimostrata dal fatto che, periodicamente, c’è qualcuno che annuncia una guarigione, un miracolo o una visione sovrannaturale, ma negli ultimi due secoli la Chiesa cattolica ha preso in esame soltanto 82 apparizioni della Madonna. E di queste appena 14 sono state ufficialmente riconosciute. Tra l’altro, bisognerà vedere in concreto quale sarà l’atteggiamento di un Papa che invita spesso, quasi quotidianamente alla preghiera, ma è molto critico con un’interpretazione della fede che scivola sul piano inclinato della credenza e del folclore. E il vescovo Bergoglio, molto prima di diventare Papa Francesco, nel libro-intervista con il suo amico rabbino Abraham Skorka ha affrontato il tema dei miracoli con una netta presa di posizione: «Provo un’immediata diffidenza davanti a casi di guarigioni, visioni e rivelazioni. Sono tutte cose che mi mettono sulla difensiva. Dio non è un corriere espresso che manda messaggi in continuazione….». Parole forti, che avranno il loro peso anche sul futuro dell’industria dei pellegrinaggi.
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